Piano di Sorrento- Serata indimenticabile di arte, musica, recitazione, letteratura, tutto quanto insomma fa cultura, domenica 8 aprile nella Saletta superiore di Villa Fondi grazie al Gruppo Culturale di Ciro Ferrigno, che ha presentato il romanzo di Claudio Volpe “La traiettoria dell’amore” (Laurana Editore 2017, Collana “Rimmel narrativa italiana”), in un tripudio di emozioni espresse e condivise. A dialogare col giovane autore sono intervenuti il prof. Domenico Casa e il dott. Carlo Alfaro, mentre interessanti stralci del testo sono stati interpretati con passione dai lettori dello storico gruppo culturale carottese, che proprio lo scorso Natale, al Marianiello, ha festeggiato il numero 300 de “Il Foglio”, pagina iniziata nel 1996, quale naturale prosieguo per la comunicazione e diffusione degli eventi e dei progetti di volta in volta proposti dall’attivissimo gruppo teatrale nato nel 1972 a cura del vulcanico Ciro. Coinvolgenti intermezzi musicali con melodie provenienti da tutto il mondo a cura di Alfonso Maria Delli Franci e Annabella Severi hanno coniugato l’armonia delle parole con la potenza delle note. Presenti alla manifestazione i grandi media locali, con Sara Ciocio per Positanonews e Antonio Volpe per Telestreet Arcobaleno tv (“Bell’incontro- scrive il famoso giornalista- organizzato egregiamente da Ciro Ferrigno con acute presentazioni di Carlo Alfaro e Domenico Casa, letture appassionate e toccanti, accompagnamento musicale in tema) e per la fotografia i maestri Michele De Angelis per MDA Set Comunications e il decano Nino Casola.
Scrive il prof. Casa a proposito del libro presentato con tanto successo: “Nel romanzo che ad ogni pagina, con una cura quasi maniacale della parola giusta, trasmette riflessioni, suggerimenti, intuizioni miranti a dare dell’amore un significato più vero e più autentico, l’Autore racconta quel sentimento soprattutto come donazione, la sua forma più alta e gratuita”. Contentissimo dell’accoglienza sorrentina, Claudio Volpe ha invitato alla fine della presentazione la platea ad “educare alla complessità”, perché, come nei suoi romanzi, la pluralità di voci e scelte sia fonte di arricchimento e non di timore. Si è poi impegnato nella firma delle dediche ai suoi lettori, momento cui riconosce particolare valore: “Scrivere una dedica per un lettore– dice- significa trovare quel gancio invisibile che lo sappia legare alle parole del tuo romanzo. Ed è sempre una grande emozione”. La storia del libro, candidato al Premio Strega 2017, prende le mosse da un tragico episodio, ispirato ad un fatto di cronaca realmente accaduto che ha colpito lo scrittore: una ragazza viene investita mortalmente da un’auto in folle corsa. Alla guida Giuseppe che, terrorizzato, scappa via senza soccorrerla e si rifugia dalla sorella Andrea, tatuatrice, impegnata con Sara, studentessa di filosofia con un passato di prostituta alle spalle, in un legame pieno di problematicità. Sono trascorsi molti anni senza che Andrea vedesse suo fratello, da quando Giuseppe l’ha respinta e abbandonata, incapace di accettare la sua omosessualità, prigioniero della paura delle differenze, la chiusura rispetto ai desideri e alle inclinazioni dell’altra, non riconosciute come proprie, che lo portarono a spezzare l’alleanza e sodalizio che li avevano uniti nell’infanzia tormentata dalla crisi dei genitori. Ciononostante lei decide di aiutarlo, e fuggono insieme, tutti e tre, in un disperato viaggio che li riporterà verso casa, quasi a fare pace col passato. Si tratta di un sofferto e doloroso viaggio alla ricerca in realtà di se stessi, per ritrovarsi e riabbracciarsi più fortemente di prima. Un percorso in bilico tra la legge del cuore, il legame di sangue, sentito fortissimo e indissolubile al di là di scelte, differenze e separazioni, e la legge della società, gli obblighi verso la giustizia, secondo l’antica questione del rapporto tra norma morale e norma sociale. Il messaggio dell’autore è che proprio nel buio più fitto si può intravedere una via di salvezza: è quella traiettoria che solo l’amore sa disegnare nella vita di ognuno di noi. Anche nei limiti imposti dalla nostra finitezza e debolezza di esseri umani, si impone la forza che scaturisce dalla capacità di provare sentimenti veri e importanti, sentimenti d’amore. I personaggi sono complessi e pieni di sfaccettature, sconfitti dalla vita e in cerca disperata d’identità, per un romanzo pieno di risvolti psicologici. Il senso si può riassumere nella frase che Andrea rivolge al fratello: “Sii vivo, sii vero, sii felice”: come a dire, la traiettoria dell’amore è tutta dentro te stesso.
Claudio Volpe, nato a Catania, classe 1990, diplomato al liceo classico e laureando in giurisprudenza, si conferma ancora una volta autore di non comune talento narrativo. Il suo romanzo d’esordio, “Il vuoto intorno” (pubblicato con “Il Foglio Letterario” e poi “Anordest” in seconda edizione), fu presentato al prestigioso Premio Strega nel 2012 dalla scrittrice Dacia Maraini e il poeta Paolo Ruffilli, quando Volpe era poco più che ventenne; lo stesso accadde l’anno successivo per suo secondo romanzo, “Stringimi prima che arrivi la notte” (pubblicato per “La dinamica realtà” delle “Edizioni Anordest”), e con quest’ultimo siamo a tre. Il dono di questo scrittore è saper narrare magistralmente del dolore, dei disagi esistenziali, del male di vivere, con una incisiva e vigorosa carica narrativa e una approfondita e acuta analisi introspettiva, che convincono e catturano. E’ lo stesso scrittore, in un’intervista di qualche anno fa, a spiegare il segreto della sua narrativa: “Non riesco a seguire uno schema preciso, quando scrivo, perché sento il bisogno di lanciarmi nel viaggio della parola e dell’emozione. Lascio che sia la storia a condurre me, che sia lei a costruirsi. L’importante è che la parola riesca a farsi materia, creazione, ferita, salvezza”. (Carlo Alfaro, foto Lina e Michele De Angelis)