Residenze fittizie a Capri e Ischia, mille truffatori sotto inchiesta, hanno depositato all’ufficio anagrafico il cambio di residenza per l’acquisto della prima casa. Lo hanno fatto nel mese di giugno. Così poi tra luglio e agosto, quando gli agenti della polizia municipale sono andati a controllare, li hanno quasi sempre trovati a casa con moglie, figli e cani. Ma invece era un falso. Quella nuova residenza anagrafica era solo di «comodo», utile per non pagare tasse. Una megatruffa per una inchiesta che è solo alle prime battute ma coinvolgerebbe almeno mille napoletani: i «furbetti delle residenze» sulle isole del Golfo. Gli uomini del Primo Gruppo della Guardia di Finanza di Napoli, di propria iniziativa, hanno messo le mani su giro di residenze «fantasma» tra Ischia, Procida e Capri. Una primissima informativa è già arrivata alla Corte dei Conti della Campania per una ipotesi di danno erariale, ma un’altra sta per essere inviata alla Procura ordinaria per truffa, falso ed evasione fiscale. Tutto parte dalla stretta che l’Agenzia delle entrate ha ordinato a tutti gli uffici periferici sulle residenze di «comodo». Nel mirino sono finiti così tutte quelle coppie che hanno fissato residenze in immobili diversi, che si trovano in comuni diversi, al solo scopo di ottenere l’esenzione dal pagamento dell’Imu, della Tasi e dell’Iva.
Come funziona? Succede che due coniugi acquistano due immobili, per esempio, uno a Napoli e l’altro a Ischia. La moglie opta per la residenza in città e il marito, in divisione dei beni, sposta invece la propria residenza anagrafica sull’isola, nella nuova casa. Così facendo, «magicamente», la seconda casa del nucleo familiare diventa prima casa e ciò comporta l’esonero totale dei costi di Tasi, Imu e Iva. È stata la Legge di stabilità 2016, confermata anche nel 2017, a stabilire l’abolizione delle tasse sulle prime case, ma c’è un però. Per abitazione principale si intende l’immobile in cui il proprietario e il suo nucleo familiare risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente. Numerosi controlli a tappeto degli uomini della Guardia di Finanza di Napoli hanno dimostrato l’esatto contrario. Quasi tutte le case dei napoletani a Ischia, Barano d’Ischia, Casamicciola Terme, Lacco Ameno, Forio, Serrara Fontana, Procida, Capri, Anacapri non sono prime residenze ma seconde case, soggette a tassazioni diverse. Un bel danno all’erario. Anzi un doppio danno.
C’è un altro particolare, molto importante, ai fini del calcolo dello spreco provocato dalle numerosissime residenze fittizie sulle tre isole del Golfo. C’è una Legge dello Stato che regola lo stipendio erogato a sindaci, assessori e consiglieri comunali in base alla grandezza di una città rispetto ad un’altra. È chiaro che il sindaco di Napoli prenda il doppio dello stipendio del sindaco di un piccolo paesino del Centro Italia. Ma come si stabilisce se una città sia «piccola» o «grande»? Dal numero di cittadini residenti. Tra loro vengono conteggiati anche quelli che hanno comprato la casa dichiarando di essere residenti abituali e che invece vivono in un altro comune e in quella casa ci vanno solo ad agosto, a Pasqua e nei week end soleggiati di giugno e luglio. Gli uomini della Finanza sono partiti dalle richieste di nuove residenze depositate negli ultimi sei anni negli uffici dei nove comuni delle tre isole. Di queste residenze hanno cercato coloro i quali hanno dichiarato al Fisco che la nuova casa era da classificare come prima abitazione. Poi sono risaliti ai pagamenti delle utenze: luce, acqua e gas così da compararle con quelle pagate da una famiglia residente (veramente) sull’isola. Chiaramente il napoletano «vacanziere» non residente ha costi alti solo tre mesi all’anno. E così, se da una parte il raggiro è stato servito, dall’altra è stato semplice attraverso questi controlli venire a capo delle truffe. E siamo solo all’inizio.