E’ scomparso Enzo Maiorca, cittadino onorario di Massa Lubrense. Lo scoglio del Vervece ha perso un altro dei suoi innamorati. La Madonnina sommersa da oggi lo avrà in gloria.
“Con la scomparsa di Enzo Vervece Maiorca, il sub siracusano che il 28 settembre 1974, nello specchio d’acqua antistante lo scoglio del Vervece, ottenne il record del mondo in apnea, in assetto variabile, raggiungendo la profondità di 87 metri, si chiude un’altra pagina prestigiosa della storia recente della nostra terra”.
Così il sindaco di Massa Lubrense Lorenzo Balducelli subito dopo la notizia della scomparsa del sub siracusano Enzo Maiorca, che subito dopo aver conquistato il record del mondo nell’azzurro delle acque care alle Sirene, aggiunse il nome Vervece, lo scoglio a ridosso del porto di Marina della Lobra sulla rotta Sorrento-Capri, a quello di battesimo, ricevendo anche la cittadinanza onoraria del comune massese.
”La vergine del Vervece, – ha concluso il sindaco Balducelli – la cui statua fu collocata su uno sperone sommerso dello scoglio a dodici metri di profondità, l’anno dopo il famoso record, dando origine all’omonima prestigiosa manifestazione, veglierà per sempre sulla sua anima benedetta”
E’ questa la copia del comunicato stampa con cui l’Amministrazione comunale di Massa Lubrense rende omaggio ad un suo figlio adottivo, enzo Maiorca, campione nello sport, campione nella vita. In occasione del trentennale del record, un suo amico, presente al record, Claudio Ripa, così descriveva l’avvenimento: ….” partì dalla superficie, dopo una preparazione perfetta, con l’obiettivo di raggiungere la quota di meno 90 metri. Fu una prova sfortunata: per una serie di motivi che non sto qui a ricordare, il campione si scontrò a circa 20 metri di profondità, contro le bombole di un operatore subacqueo, Enzo Bottesini che lavorava per conto della Rai. Bottesini, che era diventato molto popolare dopo dopo una trsmissione televisiva, era stato spinto dalla corrente vicino al cavo lungo il quale Enzo scendeva. Lo scontro fu inevitabile e Maiorca dovette rinunciare al suo sogno. Chi ha gli anni giusti ricorderà la parolaccia del campione che al microfono di Paolo Valente, il telecronista, non riuscì a bloccare…. “La delusione fu cocente ma durò solo un giorno. L’ingegnere Costantino Cutolo, fondatore e presidente del Circolo Nautico Marina della Lobra, uno sportivo autentico, rincuorò Maiorca e gli offrì di organizzare al largo del Vervece, un nuovo tentativo di record. A quel punto scattò un’organizzazione frenetica , perchè si trattava di una lotta contro il tempo, ma perfetta. Cutolo mise in campo uno staff tecnico d’eccezione con l’ammiraglio Alberto Fusco, il prof. Raffaele Pallotta, l’ingegnere Gino Lo Basso, il professor Gaetano Postiglione e, dulcis in fundo, chi scrive che di enzo conosceva (quasi ) tutto.Le condizioni atmosferiche furono proibitive per qualche giorno, ma alle 14,35 del 28 settembre 1974, come potrei dimenticarlo, Enzo scese in acqua e fece il record che lo ha consacrato alla storia del mare. Raggiunse gli 87 metri di profondità e la prova durò complessivamente 13 minuti, compresa l’iperventilazione. Il tempo netto impiegato fu di 2′, 38”, nel grande libro dello sport il primato così è stato trascritto e vale ancora oggi. Dopo quell’impresa Maiorca grato al Circolo Marina della Lobra e al mare di Massa Lubrense, decise di chiamarsi Enzo Maria Vervece Maiorca. Quanche tempo dopo il Consiglio Comunale all’unanimità lo nominò cittadino onorario, e , per suggellare l’impresa, il Circolo Marina della Lobra decise di collocare a 12 metri di profondità una statua in ceramica della madonnina della Lobra dedicata ai subacquei che hanno perduto la vita in mare, ma anche alla gente di mare che per infiniti motivi non è più rientrata”.