Da oggi, 2 settembre 2016, i cittadini in possesso dei requisiti previsti dal provvedimento possono presentare la richiesta per il SIA (Sostegno per l’inclusione Attiva) al proprio Comune di residenza.
Con l’obiettivo di aiutare a superare la condizione di povertà ed a riconquistare gradualmente l’autonomia, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha posto in essere una misura di contrasto alla povertà denominata SIA (Sostegno per l’inclusione Attiva).
La misura prevede l’erogazione di un beneficio economico alle famiglie in condizioni economiche disagiate.
La richiesta del beneficio deve essere presentata da un componente del nucleo familiare al Comune di appartenenza mediante la compilazione di un modulo (predisposto dall’INPS) con il quale, oltre a richiedere il beneficio, si dichiara il possesso di alcuni requisiti necessari per l’accesso al programma.
Poiché nella valutazione della domanda si tiene conto delle informazioni già espresse nella Dichiarazione Sostitutiva Unica utilizzata ai fini ISEE, è importante che il richiedente sia già in possesso di un’attestazione dell’ ISEE in corso di validità al momento in cui fa la domanda per il SIA.
Possono presentare l’istanza: i cittadini italiani o comunitari o loro familiari titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero cittadini stranieri in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo; coloro che sono residenti in Italia da almeno 2 anni; i nuclei familiari con la presenza di almeno un componente minorenne o di un figlio disabile, ovvero di una donna in stato di gravidanza accertata (nel caso sia l’unico requisito familiare posseduto, la domanda può essere presentata non prima di quattro mesi dalla data presunta del parto e deve essere corredata da documentazione medica rilasciata da una struttura pubblica); coloro che possiedono un ISEE inferiore o uguale a 3mila euro e non beneficiano di altri trattamenti economici rilevanti superiori ad euro 600 mensili.
Non può accedere al SIA chi è già beneficiario della NASPI, dell’ ASDI o di altri strumenti di sostegno al reddito dei disoccupati e chi possiede beni durevoli di valore.
Per godere del beneficio, il nucleo familiare del richiedente dovrà aderire ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa sostenuto da una rete integrata di interventi individuati dai servizi sociali dei Comuni ( coordinati a livello di Ambiti territoriali), in rete con gli altri servizi del territorio ( i centri per l’impiego, i servizi sanitari, le scuole) e con i soggetti del terzo settore, le parti sociali.
“Si tratta di una misura concreta atta a far emergere la povertà reale delle famiglie e finalizzata, soprattutto, a creare percorsi di inserimento nel mondo del lavoro. La Consigliera di Parità, Domenica Marianna Lomazzo, auspica che si dia un’informazione capillare su tutto il territorio regionale al fine di rendere edotti i cittadini e le cittadine in stato di disagio, ai quali è rivolto il provvedimento”
Dott.ssa Domenica Marianna Lomazzo
Consigliera di Parità