Un “Ecomuseo della Regina Giovanna”, un itinerario culturale e naturalistico, in cui non ci sia soluzione di continuità tra storia ed arte, tra lavoro e poesia, tra archeologia e botanica, tra ecosistema ed immaginario collettivo.
E’ tutta incentrata su queste caratteristiche la proposta che il “Movimento 22 dicembre” di Sorrento ha elaborato e avanzato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, nell’ambito dell’iniziativa annunciata dal premier Matteo Renzi di raccogliere dal “basso” suggerimenti e progetti per valorizzare le bellezze italiane, indirizzando le relative risorse economiche per complessivi 150milioni di euro.
E il movimento “22 dicembre” non ha perso tempo, mettendo nero su bianco una proposta di valorizzazione del sito archeologico “Regina Giovanna” di Sorrento, che ha già trasmesso all’indirizzo elettronico bellezza@governo.it, in attesa di essere valutata – così come annunciato dal Primo ministro – da un’apposita commissione.
Il progetto, corredato da una nutrita documentazione fotografica (dove si evincono anche i recenti atti di “vandalismo”), nasce dalla necessità di preservare l’area dall’incuria, dall’abbandono e dall’inconsapevolezza. Ma non solo.
“Fermo restando la necessità di un controllo costante del sito, ovvero dalla presenza fisica dello Stato alla videosorveglianza – si legge nella proposta -, un approccio più lungimirante a nostro avviso, sarebbe quello che vada oltre gli aspetti meramente “repressivi” e che, al contrario, si assuma un atteggiamento propositivo. È necessario, quindi, rendere la “Regina Giovanna” un territorio in cui si avverta il rispetto che una società adulta conferisce ai beni culturali e ai beni comuni. L’idea, cioè, è che l’intera area diventi un percorso “ecomuseale”. Fondamentale, pertanto, sarebbe l’apposizione di cartelli (discreti, poco impattanti e “smart”, ovvero con applicazioni e QR per chi vuole approfondire) che descrivano – in più lingue – la natura e i manufatti, per un’area straordinariamente densa dal punto di vista storico e culturale, oltre che ambientale e paesaggistico. Questo tipo di comunicazione, inoltre, potrebbe essere messo in collegamento con quello di altri siti che furono tappa del Grand Tour, così da realizzare un itinerario culturale italiano tra tutte le località interessate da quell’esperienza di viaggio (ulteriore suggestione potrebbe derivare dalla georeferenziazione delle immagini rappresentate nei luoghi in cui furono realizzate)”.
E ancora: “Nella parte a monte dell’area archeologica, altresì, ovvero nel fondo rustico (un antico oliveto terrazzato sul mare estremamente interessante per l’architettura rurale e per la storia del lavoro sorrentino) – prosegue la proposta -, la presenza di alcuni immobili contadini risulta ottimale e strategica per fungere sia da centro-visite, che da punto di ristoro e da book-shop”.
E, infine: “Il rispetto che si deve a questo territorio – concludono i sottoscrittori della proposta – è non solo un dovere della nostra generazione, quanto anche una preziosa opportunità di lavoro per giovani laureati in archeologia ed in gestione dei beni culturali, i quali potrebbero essere impiegati nel futuro (e auspicabile) “Ecomuseo della Regina Giovanna”.