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CASTELLAMMARE DI STABIA: CIGNI REALI IN "VISITA" NELLE ACQUE DEL PORTO - WEB GIORNALE INDIPENDENTE

CASTELLAMMARE DI STABIA: CIGNI REALI IN “VISITA” NELLE ACQUE DEL PORTO

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Nel pomeriggio di ieri, una coppia di splendidi Cigni reali ha attirato l’attenzione nuotando nelle acque del porticciolo di Castellammare di Stabia alle spalle del Cinema Montil. Alcuni fantasticavano che potessero essere gli stessi animali che abitavano le vasche delle Nuove Terme del Solaro, ormai chiuse e ridotte in rovina, ma nessuno conosce veramente la sorte dei cigni del Solaro. Qualcuno poi temendo fossero in difficoltà ha tentato la cattura, per fortuna senza riuscirci. Allertato anche il Centro Recupero Fauna Selvatica il Frullone di Napoli e il WWF Penisola Sorrentina.
 
Simbolo di eleganza e maestosità, è proprio al Cigno reale (Cygnus olor) che si ispira la favola del brutto anatroccolo. 
Goffo e grigiastro da piccolo, da adulto diventa il grande uccello dal piumaggio completamente candido, becco rosso-arancio acceso e lungo collo arcuato che gli conferisce l’inconfondibile portamento regale. Introdotto spesso come animale da ornamento per la sua bellezza, popola specchi d’acqua di parchi e giardini, ma la maggior parte della popolazione in Italia è localizzata tra i laghi Maggiore e di Como, il lago di Garda e la Laguna veneta. Il cigno è specie protetta.
È caratteristica la tecnica che il Cigno reale utilizza per procurarsi il cibo, tipica delle anatre che non si immergono. L’uccello infatti immerge nell’acqua solamente capo, collo e petto mentre il resto del corpo resta in superficie in posizione verticale. In questo modo si ciba di alghe, piante acquatiche e resti vegetali, insetti, larve, piccoli anfibi, crostacei, pesciolini, girini, ma sulla terraferma anche mais e ortaggi a foglia.

Monogami sia in cattività che allo stato libero, alla fine dell’autunno formano le coppie che restano unite per tutta la vita. Nella fase del corteggiamento, interessante per la sua spettacolarità, diventano molto aggressivi verso gli intrusi. La nidificazione avviene in piena primavera. Il nido è formato con rami secchi vicino alla riva, in un luogo ben protetto dalla vegetazione o in acqua, per essere al riparo dei predatori. La femmina depone dalle 5 alle 8 uova, che vengono covate con la collaborazione del maschio per circa 35 giorni.

I pulcini alla nascita sanno già nuotare, ma i genitori li proteggono costantemente, a volte portandoli sul dorso. L’intera famiglia negli spostamenti avanza in fila indiana con la madre davanti, seguita dai pulcini, mentre il maschio chiude la fila. Trascorsi 5 o 6 mesi questo atteggiamento protettivo si interrompe perché al termine della stagione invernale la prole deve essere in grado di cavarsela da sola. Durante la stagione riproduttiva la coppia allontana dal proprio territorio i giovani nati l’estate precedente, se necessario assumendo anche un atteggiamento aggressivo. In particolare i maschi in questo periodo diventano piuttosto rissosi. 

“Capita in questi giorni di imbattersi nelle campagne, in città o in riva al mare in animali “insoliti” che attirano la nostra attenzione – racconta Claudio d’Esposito Presidente del WWF Penisola Sorrentina – Va considerato che siamo nel pieno della stagione migratoria dell’avifauna europea che, nei lunghi viaggi per raggiungere le dimore estive, transita sulla nostra penisola soffermandosi, qualche giorno o l’intera estate, a riposare e rifocillarsi per poi rimettersi in viaggio. Prima di decidere istintivamente di prelevare tali animali, quindi, sarebbe bene accertarsi che essi abbiano realmente bisogno del nostro aiuto. Se non notiamo fratture, ferite, perdita di sangue o un comportamento insolito, allora conviene lasciarli dove sono. Nel dubbio contattiamo gli esperti del WWF o di altra associazione per ricevere aiuto e un parere scientifico. 
 
Sempre nella giornata di ieri è stato rinvenuto anche un esemplare di Tarabusino sulla spiaggia di S.Francesco a Sorrento e uno stupendo Falco pellegrino sulle colline di  S.Agnello. Entrambi gli animali, recuperati e condotti al Frullone, non presentavano all’esame radiografico fratture e/o traumi, ma solo una situazione di stress e spossatezza, ragion per cui una volta “rifocillati” a stretto giro saranno rilasciati nel sito di provenienza. 
 
La segnalazione dei cigni a Castellammare di Stabia è stata rilevata e registrata anche in Ornitho.it, piattaforma on line alla quale rimandiamo tutti gli appassionati e/o esperti di Avifauna: registrarsi è semplice, come lo è caricare i dati delle osservazioni – anche di rettili, di anfibi e di libellule. Così facendo in qualsiasi momento si ha a disposizione un formidabile archivio di dati ed immagini, dal quale trarre ad es. aggiornati atlanti di distribuzione per ciascuna entità rilevata.”

Gaetano Milone

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