“Nave senza nocchier in gran tempesta”.E’ il quadro attuale della amata Sorrento, di nuovo schiava dei tiranni, lasciata in balia dei signori locali che approfittano della guerra tra “Guelfi e Ghibellini per trarne ricchezza e potere.” La storia si ripete.
Il ricorso a Dante è perfettamente calzante con l’attuale situazione al comune di Sorrento.
Scongiurata la doppia cerimonia di commemorazione al cimitero di Sorrento del poeta Aniello Califano, per il dietrofront interessato di ex amici dell’attuale Amministrazione comunale ( fra di loro emerge un doppiogiochista di mestiere), si ci avvia al secondo round tra il sindaco ex patetico reuccio di Sorrento e l’organizzazione parallela delle manifestazioni per i 1400 anni della morte del Santo Patrono Antonino.
Un gruppo di pseudo autodichiarati uomimi di cultura o meglio di colture “fuori” dal comitato ufficiale per l’organizzazione delle manifestazioni in onore del Santo Patrono.
A partire dalla presentazione di giovedì 27 febbraio nella Basilica di Sant’Antonino a cura dell’Associazione Esse 85 in collaborazione dell’Istituto di cultura “Torquato Tasso” di “bassorilievi in bronzo” dello scultore Enzo Scatragli, “realizzati per la Basilica Pontificia di Sant’Antonino” da una famiglia sorrentina devota del Santo Patrono con la presenza, fra gli altri, nientemeno del vicario episcopale e dello stesso rettore della Basilica.
A proposito, Sindaco Coppola, a chi sono state destinate, o meglio regalate, le 100 medaglie commemorative realizzate dall’Istituto Poligrafico dello Stato, in occasione del 1400esimo anniversario della morte di Sant’Antonino costate oltre 18mila euro e dei cento “annulli postali” ad uso del comune, realizzati insieme alle diecimila cartoline in vendita, al costo di quasi 6mila euro?
Di danno erariale è meglio non parlarne, così come dei rilievi dell’Anac sui lavori al Campo Italia e dello sperpero di centinaia di migliaia di euro per eventi di bassa valenza artistica o, addirittura morale, come lo spettacolo di fine d’anno, con discutibile brindisi, a ridosso della statua del Santo patrono.
Intanto i soliti intoccabili “vitelloni” sorrentini, beneficiari di contributi comunali per l’organizzazione di eventi, di ritorno da vacanze dorate, scaldano i motori in attesa di nuovi incarichi.