Una chiave di lettura sconcertante sul perchè sia stato solamente il comune di Piano di Sorrento,oltre al Ministero, tra i sei componenti il Cda dell’Amp Punta Campanella a costituirsi contro il ricorso “vinto” dei charter e delle società di Navigazione contro l’imposizione dell’Ais sulle imbarcazioni in navigazione nelle acque del parco marino.
A cominciare dall’ambigua posizione del comune di Massa Lubrense con una partecipazione del 50% ( sua la nomina del Presidente e la titolarità a preparare il bando per il nuovo direttore) di Sorrento, di Sant’Agnello paese di residenza dello stesso mega direttore “ideatore” dell’installazione dell’Ais, di Vico Equense e di Positano, astenutosi dal costituirsi in giudizio contro il ricorso del charter.
Un ricorso, in parte pilotato e vinto, e questo ha dell’ incredibile, dal deus ex machina della Cooperativa Marina della Lobra, già presdente dell’Area Marina Protetta Punta Campanella ed oggi seduto negli scranni del Consiglio comunale di Massa Lubrense, in maggioranza,a fianco dell’attuale Presidente del comitato di gestione dell’Amp.
Incompatibilità nei ruoli, già sollevata in diverse sedi o mantenimenti di equilibri politici traballanti per la “gestione” ai più irrituale, di un Ente nato per la tutela dell’intero ecosistema marino, ed oggi “Azienda” mangia soldi in passivo.
Il tutto in attesa del bando per il nuovo direttore, sosstituito ad interim da una dipendente “prestata” da una società interinale all’Amp e non sostituita dopo un anno o due come previsto dal contratto.