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SORRENTO: UNA DETERMINA CONTESTATA, UN RICHIAMO ALLA LEGALITA' - WEB GIORNALE INDIPENDENTE

SORRENTO: UNA DETERMINA CONTESTATA, UN RICHIAMO ALLA LEGALITA’

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SORRENTO: UNA DETERMINA CONTESTATA, UN RICHIAMO ALLA LEGALITA’

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Un Babbo Natale in ritardo o una Befana in anticipo?. E’ questo l’interrogativo che serpeggia in prudente silenzio fra le mura degli uffici del Municipio di Sorrento all’indomani della lettura della determina di conferma della “posizione organizzativa” ad un funzionario sospeso per ben quattrovolte negli ultimi tempi e “incredibilmente” premiato da un dirigente a sua volta  “trasferitosi” in altro Comune per motivi ai più sconosciuti. L’unico a contestare con la solita  coraggiosa onestà intellettuale, mettendoci la faccia, questo incomprensibile “regalo natalizio” è Michelangelo Scannapieco da tempo “censore dei costumi” al Comune di Sorrento e soprattutto “marcatore ad uomo” del funzionario da lui ritenuto presunto intercettore di tangenti per “favori” edilizi più volte denunciati all’Autorità Giudiziaria ed ai vertici del Comune di Sorrento. A “scomodare” “Procura della Repubblica di Torre Annunziata (dott.ssa Andreana Ambrosino), Prefetto di Napoli (avv. Claudio Palomba), Autorità Nazionale Anticorruzione, Sindaco e Segretario comunale del Comune di Sorrento è ancora una volta Michelangelo Scannapieco con una dettagliata denuncia sulla proroga del conferimento di posizione organizzativa al funzionario oggetto di ben quattro provvedimenti disciplinari (l’ultimo dal 27/12 al 04/01.

Con determinazione n. 1983 del 31/12/2021, l’ultimo giorno dell’anno (sic!), scrive Michlangelo Scannapieco – il dirigente del III° dipartimento del Comune di Sorrento ing. Elia PUGLIA, che pochi giorni prima aveva rassegnato le proprie dimissioni a partire dal corrente mese di gennaio, ha inopinatamente deciso di prorogare di trenta giorni l’incarico di posizione organizzativa del settore “edilizia privata – antiabusivismo edilizio – condono edilizio – demanio marittimo – rischio idrogeologico – servizi cimiteriali,  randagismo e arredo urbano”, al suo collaboratore arch. Daniele De Stefano, inquadrato nella categoria D. In continuità con il pregresso incarico di cui alla determinazione n. 582 del 20 aprile 202 e nonostante il predetto dipendente fosso sospeso dal servizio in quanto gravato di sanzione disciplinare (la quarta comminatagli negli ultimi due anni!).

Un provvedimento abnorme e non una singolare e inammissibile anomalia. Risultato di un procedimento illegittimo e viziato, non solo per la sua forma esteriore ma, soprattutto, per il suo contenuto esorbitante i poteri attribuiti al dirigente dimissionario….

 

Una decisione ingiustificabile, illogica e illegittima adottata per di più con un totale e consapevole disprezzo disposto delle linee guida n. 3 di attuazione del D. Lgs. 18 aprile 2016, n. 50 dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, considerati i poco commendevoli precedenti disciplinari dell’arch. De Stefano. Come già sopra ricordato ripetutamente sanzionato per gravi irregolarità e plurime infrazioni al Codice di Comportamento dei dipendenti pubblici, sul quale gravano numerose denunce per irregolarità commesse nell’istruttoria di pratiche edilizie, oggetto di accertamenti in corso da parte dell’Autorità Giudiziaria e inequivocabili risultanze di plurime indagini interne che hanno fatto emergere gravissimi sospetti di suoi illeciti comportamenti nella concessioni di provvedimenti autorizzativi in materia edilizia.

 

Oltretutto, il testo della determinazione dell’ing. Puglia contiene una violenta e palese denuncia, – neppure tanto velata – nei confronti dell’Amministrazione accusata di aver originato la criticissima situazione nella quale versa, a detta dello stesso Responsabile, il III° dipartimento comunale. Una condizione d’ingovernabilità che, considerati i compiti fondamentali e delicati assegnati agli Uffici Tecnici del Comune, non può essere tollerata ulteriormente essendo fonte dei numerosi fondati sospetti dei gravi episodi di corruzione sopra accennati.

E’ proprio il caso di dire “Ai posteri l’ardua sentenza”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gaetano Milone

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