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MASSA LUBRENSE: CENTOQUINDICI ANNI FA NASCEVA DON COSTANZO CERROTTA PARROCO DELLA EX CATTEDRALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE DAL 1952 AL 1968 - WEB GIORNALE INDIPENDENTE

MASSA LUBRENSE: CENTOQUINDICI ANNI FA NASCEVA DON COSTANZO CERROTTA PARROCO DELLA EX CATTEDRALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE DAL 1952 AL 1968

MASSA LUBRENSE: CENTOQUINDICI ANNI FA NASCEVA DON COSTANZO CERROTTA PARROCO DELLA EX CATTEDRALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE DAL 1952 AL 1968

MASSA LUBRENSE: CENTOQUINDICI ANNI FA NASCEVA DON COSTANZO CERROTTA PARROCO DELLA EX CATTEDRALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE DAL 1952 AL 1968

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Don Costanzo Cerrotta: un sacerdote senza favoritismi e ipocrisie clericali.

Lo ricordiamo in tanti, ragazzi di una volta per la sua presenza costante tra la gente, il suo essere particolarmente esigente durante le cerimonie religiose (silenzio assoluto in una chiesa, sempre in ordine grazie anche al lavoro del fedele sagrestano Dino Sannino, durante la celebrazione della Santa Messa),   la sua puntualità frutto della lunga militanza quale cappellano militare , in Marina, durante e prima dell’ultimo conflitto mondiale, i suoi insegnamenti religiosi che imponevano il rispetto dei ruoli mettendo sempre in primo piano la figura di Cristo e dopo la venerazione per i Santi. Un parroco con idee “moderne” per i tempi in cui ha esercitato il suo sacerdozio ma amato e rispettato da tutti.

 ( a cura di don Francesco Saverio Casa)  – ” I tempi e i luoghi hanno una meravigliosa armonia nei disegni della Provvidenza. Ma la gloria maggiore di Capri è un nome imparato dalla piccola età: San Costanzo”. Con queste espressioni, cominciava il celebre panegirico di San Costanzo tenuto dal Canonico Don Costanzo Cerrotta. Da quel pulpito della Pro-Cattedrale di Santo Stefano, durante l’Ottava della Festa del Patrono dell’Isola nel maggio 1946, la sua arte oratoria e la profonda conoscenza delle Sacre Scritture che possedeva il sacerdote caprese, non conobbero più confini. Don Costanzo Cerrotta nacque a Capri l’otto ottobre del 1905 e fu ordinato sacerdote per il clero dell’Arcidiocesi di Sorrento il cinque agosto del 1928. All’età di novantadue anni, nel 1997, fece ritorno alla casa del Padre. Formatosi fin da giovane alla scuola dell’Arciprete Don Pietro Ferraro, entrò nel Pontificio Seminario Interregionale Campano tenuto dai Padri Gesuiti a Posillipo per la sua formazione al sacerdozio. A trentuno anni – correva l’anno 1936 – e per otto – fino al 1945, fu tenente cappellano dapprima sulla nave scuola Amerigo Vespucci e poi sulla nave ospedale Gradisca. Tappe fondamentali per la direzione spirituale per diversi marinai a bordo: Spagna, durante la guerra civile; Africa orientale e occidentale, in particolare Tripoli. Fu al concludersi della seconda guerra mondiale che Don Costanzo fece il suo rientro al comando della Marina a Napoli, e nel 1947 venne nominato dall’Arcivescovo Carlo Serena, anch’egli nativo dell’isola azzurra, parroco di Santa Croce in Termini di Massa Lubrense; trasferito alla Parrocchia del Capo di Sorrento, dopo pochi anni fu nominato parroco e Arcidiacono dell’Ex-Cattedrale di Massa Lubrense nel 1952. Nel 1965 con sua richiesta rifondò il Capitolo dell’Ex-Cattedrale e benevolmente accolta dal Mons. Serena il quale il 7 marzo, vigilia della Solennità di San Cataldo Vescovo Patrono principale dell’Ex-Diocesi e della Città di Massa Lubrense, immetteva i singoli canonici a ricevere le dignità e le mansioni capitolari. Dopo sedici anni di lungo e profondo servizio sacerdotale all’amata Massa Lubrense – i miei due amori ripeteva sempre: la marina militare e la città lubrense – l’Arcivescovo Raffaele Pellecchia lo destinava a Parroco dell’Ex-Cattedrale di Santo Stefano in Capri. Nel 1990, onusto di meriti e anzianità, veniva sollevato dall’incarico di parroco. Gli successe Don Antonio D’Esposito, già parroco della Basilica della SS. Trinità di Piano di Sorrento, sacerdote di elegante sapienza e decorosa intelligenza.

Nel 1998, le Edizioni San Paolo hanno pubblicato Reverendo che maniere. Piccolo Galateo Pastorale. Appunti affettuosi e scanzonati per preti in cammino verso il terzo millennio di Mons. Mario Delpini, attuale Arcivescovo di Milano. Al capitolo XX Le preferenze dei preti, scrive Delpini: Quali sono le case che frequentate di più? Se dovete preferire una casa, scegliete quella in cui c’è più bisogno del Vangelo. Vigilate perché le preferenze personali, l’inerzia dell’abitudine, la coincidenza degli interessi, non finiscano per rinchiudervi in una cerchia esclusiva, lasciando inadempiuta la parola del Signore: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura”. (Mc 16,15). Don Costanzo, fu realmente il sacerdote dei grandi spazi geografici ed umani, amante della sobrietà ma anche della più ferrea disciplina ereditata durante gli anni militari; amante della trasparenza, della schiettezza, della lealtà, della linearità e del parlare sincero. Ad un sacerdote massese, tutt’ora in vita, così si rivolse chissà anche stanco e assillato dalle ipocrisie clericali e dei macchiavellismi di non pochi suoi confratelli peninsulari: Ti voglio bene, perché sei sincero! Sono trascorsi centoquindici anni dalla nascita di Don Costanzo, ventitré dalla morte, la sua caratura di uomo e di sacerdote non può essere omessa dal grande libro che è la storia degli uomini.

 

 

Gaetano Milone

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