In una piccola comunità la scomparsa di persone amiche getta tutti nello sconforto e sono in tanti a ricordarle con affetto e commozione.
Per la scomparsa di Antonio Ruocco, conosciuto da tutti come mast’Antonio, carpentiere d’altri tempi, dal carattere rude ma con sani principi morali e professionali, ci pervade anche un senso di profonda tristezza.
Ne parlavamo oggi giù Marina della Lobra con Antonio ò kaiser, Agostino Amitrano, ò tabaccaro, Paoluccio il parcheggiatore personaggi della Massa di una volta, che narravano e ricordavano le “imprese” del pescatore dilettante Antonio Ruocco, specialista nella pesca ai “mafroni”, agli sgombri, ai totani, che nelle serate invernali, raccontava agli amici con dovizia di particolari, le sue infinite battute di pesca.
Anche io, e mi scuso per “l’autocelebrazione” ho ricordi piacevoli delle uscite in mare con mast’Antonio e l’altro amico di sempre, l’ing. Liberato Mollo.
Eravamo un equipaggio affiatatissimo, uscivamo soprattuto in inverno nelle serate di luna piena e ricordo con tanta nostalgia i rimproveri di mast’Antonio quando perdevamo una preda.
Più di venti anni fa, senza la strumentazione eletronica odierna (Gps ed ecoscandagli professionali) con il piccolo gozzo “alalonga” ci spingemmo in compagnia di un’altra piccola imbarcazione di pari potenza, capitanata dall’ing. Salvatore Pane, più di una volta, alla secca “Delle Vedove,” stando a mare più di ventiquattro ore.
Mast’Antonio arrivò giù alla Lobra, all’appuntamento per la partenza, con viveri per una settimana: un “ruoto” di melenzane fritte preparate da sua moglie Vittoria, frutta di stagione, bevande.
Una ricordo bellissimo, una pescata eccezionale ed un ritorno gioioso.
Che aggiungere, i ricordi sono tanti, così come le narrazioni di tempi, non troppo lontani, di vita spensierata, a misura d’auomo, cancellati ora dalla corsa sfrenata al dio denaro, al guadagno immediato e senza controlli.
Insieme realizzammo il sogno di avere una concessione di uno specchio d’acqua a Fontanelle. Durante le ore di spacco, nel suo quotidiano duro lavoro, realizzò quei “corpi morti” in cemento per la sistemazione delle catenarie nel nostro specchio d’acqua. . Dava tutto se stesso per la causa comune. Uomo onesto e probo. Regalava a tutti parte del suo pescato!.
Oggi lo ricordiamo e ne conserviamo la memoria abbracciando con affetto la moglie Vittoria, i figli Franco, Paolo e Sandra, il nipote Antonio il genero Leandro, i fratelli e la sorella. I funerali domani, mercoledì 10 giugno presso la chiesa di Santa Maria della Misericordia.