Padre dell’Esistenzialismo:Jean-Paul Sartre
Nobile penna, figura istrionica, Jean-Paul Sartre, sguardo meditabondo del ventesimo secolo, annega, l’umana rassegnazione nello stagno dell’inquietudine. Capostipite dell’Esistenzialismo, il filosofo, sostiene la libertà egualitaria di ogni individuo, garbo, responsabilità, messaggere di condanna, meditata dal parto, improprio della libertà. Nella stagione, del suo pensiero, cavalcata nell’opera:”L’essere o il nulla”, in data, millenovecentoquarantatrè Sartre, maciulla il divino, dilaniando l’interiore necessità dell’uomo-dio regredendola,fustigandola nel dio-fallito, precaria gemma, nascente, nel cuore dei suoi figli. L’uomo, vorace, estirpa il “Dio assente”, padre, antico guardiano, di una mente veemente. L’essere, paradigma dell’ignoto, giace in acquitrini melmosi, cieco e fradicio delle effimere idee, il dubbio, nidifica le tempie stanche, “la nausea”, opera letteraria, voliera antropologica, mastica l’incoscienza, fiuta l’ordigno malessere, sepolcro dei “figli di Dio”, i quali, si denudano al cospetto della rapace follia. La fune, grazie la quale, la legge naturale cristiana, strangola l’esanime corpo, esercita la sfregiante supremazia del divino, proibendo libero pensiero e responsabilità. Il suo credo, amante evasivo, l’ha baciato alla sua morte (15 Aprile 1980), sussurrando, nei tempi, che l’umana specie, chiuderà gli occhi, con libero sonno.