PREMIO CAPRI – S. MICHELE PER LA PASQUA DEL 2020
E’ difficile scrivere i tradizionali auguri di Buona Pasqua in un momento in cui, come mai era avvenuto nella storia dell’umanità, ogni suo componente è in pericolo, sia se è in Oriente, sia se è in Occidente, sia se è in una grande città, sia se è in un paese, sia se è ricco sia se è povero, sia se ha grande erudizione, sia se ne ha meno. E mentre inquietudini, timori, angosce, ansie sono nell’animo di tutti.
Un diluvio di parole corre nell’etere. Ma tra di esse non ci sono quelle di tranquillità, di sicurezza, di serenità che ognuno vorrebbe sentire. Non c’è nessuno che può dirle ad un altro, perché nessuno, di per sé, ha tale autorità e tale potenza da poterle dire.
Ognuno però potrebbe dirle a se stesso, sapendo che non sono false, non sono di ipocrisia, non sono di malafede come le tante che si sono dette nel recente passato, che ora sembra lontanissimo.
E’ un momento in cui l’essenziale, che era stato mescolato con l’effimero, è stato diviso da questo, come d’estate il grano viene diviso dalla zizzania.
Quale sia l’essenziale ora ognuno lo sa da sé, non deve chiederlo ad altri, né altri debbono avere la pretesa di definirlo ed imporlo.
Compito dell’autentica cultura è di osservare e descrivere la situazione esistente, nella luce della conoscenza del passato, e di offrire tentativi di orientamento per ben comprenderla e per guardare con responsabilità verso il futuro.
Il passato rivela che, nella storia dei singoli, delle comunità, dell’umanità, a tempi quieti seguono tempi di crisi, di rotture, di cambiamenti. Il tempo quieto nel quale stavamo vivendo (o nel quale immaginavamo di vivere, non avvedendoci di tante piccole tempeste) inaspettatamente è diventato un tempo di crisi. Or siamo come su una nave che, mentre navigava tranquillamente, ha trovato un mare in burrasca. Non c’è pioggia, non ci sono furiosi venti, ma ci sono altissime onde che fanno disperare che possa raggiungere, come tante altre volte, il porto al quale era diretta.
Se non si sa come la crisi si evolverà, sarebbe solo un gioco intellettualistico determinare quale siano le rotture e quali i cambiamenti.
Negli anni scorsi si era pensato che una disintegrazione nucleare avrebbe potuto distruggere almeno parte dell’umanità. E’ una possibilità che è sempre esistente. Ma, se fosse avvenuta, sarebbe stata per volontà di uomini. Ora non è per volontà di uomini che tutti i componenti del genere umano, nessuno escluso, sono in pericolo.
La lettura di testi che ci vengono dal passato può dar conforto, coraggio, speranza, così come il pensare che la scienza medica trovi il vaccino che allontani l’epidemia ed il medicinale che lo curi.
A sostenere può essere il pensare che la Pasqua è il ricordo della Resurrezione di Gesù dalla morte, che gli era stata data per volontà di alcuni ed indifferenza di moltissimi altri. E che, nello stesso giorno della Resurrezione, Gesù si affiancò a due discepoli che andavano da Gerusalemme ad Emmaus pieni di delusione, di amarezza, di sconforto che, per la Sua presenza e per il Suo dire, a mano a mano svanirono riempendo il loro animo di ardore.
E questo riporterà in quella luminosa luce che invita a far bene quello che si fa, nel tempo che si ha, nella consapevolezza che, in questo mondo, dove tutto passa, quasi senza lasciar orma, soltanto le Sue parole non passeranno finché ci sarà l’umanità.
RAFFAELE VACCA