SORRENTO: VALLONE DEI MULINI
LA PROCURA FERMA I LAVORI
CANTIERE POSTO SOTTO SEQUESTRO a seguito della DENUNCIA DI WWF E VAS
Ancora integro il costone tufaceo con la lussureggiante flora endemica, ma del “vecchio rudere” riconquistato dalla vegetazione resta, ormai, solo un romantico ricordo. Salvi gli spettacolari esemplari monumentali di Quercus ilex censiti dal WWF!
“Il rischio concreto era che a turisti e cittadini, che si affacciano dalla balaustra, non sarebbe più apparsa l’immagine di uno spettacolo unico al mondo ma si sarebbe mostrato un luogo a cui accedere, non si è mai capito come, attratti dagli effluvi della cucina e dai colori degli addobbi delle aiuole a verde “coltivate”, con buona pace della flora spontanea, della fauna stanziale, di pipistrelli e rapaci notturni. Questo è quello che prevedevano i lavori programmati!”
La Natura si era ripresa dopo un secolo e mezzo la sua rivincita, regalandoci uno dei luoghi e paesaggi più affascinanti e selvaggi nel caos della trafficata e invivibile città sorrentina.
Animali rari e preziosi avevano trovato rifugio in quei ruderi. Poi è arrivato il cemento, a cui a breve avrebbero fatto seguito le motoseghe, per ripulire la montagna dalla vegetazione ritenuta pericolosa per l’assetto geologico, resettando tutto il fascino del vecchio mulino abbandonato.
L’atteso sequestro di stamane, operato a seguito dei dettagliati esposti del WWF Terre del Tirreno e dei VAS su disposizione della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, se nulla ha potuto contro la trasformazione già operata del vecchio rudere, ha però salvato le sorti del pittoresco vallone, su cui svettano possenti e secolari querce, bloccando, per ora, la radicale “bonifica” del costone tufaceo con l’estirpazione della vegetazione. Per rendere fruibile l’edificio ristrutturato si sarebbero infatti dovute consolidare tutte le parti della falesia con intervento di integrazione muraria, suggellatura con malta, chiodature, reti e roba simile. Il vallone sarebbe stato completamente snaturato! Se a questo uniamo gli indispensabili accessori per la “fruizione del mulino” quali servizi igienici, smaltimento reflui, opere provvisionali, ecc., nonché quelli necessari alla gestione, quali illuminazione, camminamenti, tavoli, sedie, panchine, ombrelloni, si comprende bene il rischio complessivo a cui si intendeva esporre il sito.
A distanza di mesi dal primo documentato esposto del WWF, oggi, si capisce bene che non di restauro o di ritorno ad un romantico passato come si voleva far credere si trattava ma di una vera e propria urbanizzazione di un sito di grandissimo pregio naturalistico, storico e ambientale.
Il WWF ha di recente censito esemplari unici e affascinanti di querce che sopravvivono da oltre due secoli sul ciglio del vallone. Tra questi un Leccio (Quercus ilex) in particolare che, per forma e dimensione, si colloca di certo ai primi posti tra gli Alberi Monumentali dell’intera provincia!!!
Claudio d’Esposito – Presidente WWF Terre del Tirreno