di Orsola Miccio – “TangoScugnizzo e La Mia Napoli”, un viaggio a ritroso nel tempo, un Amarcord legato all’Argentina, ad una “terra assai luntana”, seconda patria per gli italiani in cerca di lavoro e benessere nel primo e secondo dopoguerra, un legame di affetti, di nostalgie, una storia scritta nelle memorie degli emigranti e riproposta da un’artista d’eccezione,il cantante Diego Lemmi Moreno che appunto quest’anno festeggia i primi dieci anni del progetto “TangoScugnizzo e la Mia Napoli”, commistione tra la musica partenopea e musica di Buenos Aires, col patrocinio dell’Ambasciata Argentina, premio “Masaniello” (2014).Per festeggiare questo avvenimento Diego Lemmi Moreno ha scelto due locations formidabili della Regione Campania: ad Agerola, domani 19 agosto, all’interno del Festival “Sui Sentieri degli Dei” e, a Sorrento, questa sera, alle ore 21.00 nello splendido scenario di Villa Fiorentino. A far da spalla all’artista Italo-Argentino, splendidi musicisti e ballerini, Corrado Calignano al Basso, Davide Ferrante alla Batteria, Giorgio Savarese al Piano, con Coreografie a cura di Fernando e Fortuna Cabrera,lo splendido scenario di Villa Fiorentino, a Sorrento con la “Mia Napoli”. Ospite musicale, al flauto, il maestro Domenico Guastafierro prestigioso direttore, tra l’altro, della “Sorrento Modern Orchestra e Coro” del Liceo Artistico -Musicale “Francesco Grandi”. “C’è un filo ideale che lega Napoli a Buenos Aires si legge nella locandina che presenta lo spettacolo – e la sua memoria si perde nella storia delle origini del tango. Dal porto di Napoli un secolo fa partivano i bastimenti diretti verso la Terra d’Argento, l’Argentina. Emigranti italiani che portarono nella nova terra parole e musiche ed un bagaglio culturale che presto andò a mescolarsi con il mondo dei gauchos della Pampa, dei bassifondi di Buenos Aires. Da qui nacque il tango, incontro di popoli, culture e tradizioni. Intanto a Napoli, molti dei figli di coloro che non riuscivano ad emigrare, popolavano la città con i loro schiamazzi, la loro allegria e la loro voglia di vivere questo straordinario motore di vivacità partenopea erano gli scugnizzi, da sempre sinonimo di furbizia degli sguardi e degli atteggiamenti, colore delle espressioni dialettali e al tempo stesso profondità di sentimenti. Tutto questo e altro è lo spettacolo La mia Napoli”.
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