”Invecchiare non è una malattia” è il significativo titolo di un incontro pubblico organizzato dall’Associazione Scientifica Farmacisti Italiani (ASFI), nella persona del Segretario, dottor Francesco Palagiano, col patrocinio del Comune di Sorrento, che si terrà sabato 16 marzo 2019 dalle 10,00 alle 12,30 circa presso il Centro Polifunzionale della Terza Età “Luigi Fattorusso”, sito in Via degli Aranci 10 a Sorrento. Spiega il dottor Palagiano, sempre in prima linea nella promozione della salute e nell’implementazione del livello di consapevolezza della comunità con molteplici iniziative nel sociale in Penisola sorrentina: “I progressi della Medicina moderna, soprattutto in Oncologia, consentono di affrontare con serenità l’avanzare degli anni. Per approfondire la tematica, rivolgendoci a un pubblico sia di addetti ai lavori che di comuni cittadini, abbiamo sviluppato questo convegno, da un’idea di Antonino Acampora, con l’ausilio del Consigliere comunale Federico Cuomo, invitando dei relatori di grande valenza ed esperienza nel campo, quali il prof. Aristide Matera, Chirurgo ortopedico, la dottoressa Roberta D’Antonio, Referente Day Hospital Oncologico P. O. di Sorrento Asl Napoli 3 Sud, la dottoressa Gabriella De Benedetta, Dirigente Psicologo presso l’Istituto Nazionale Tumori, Fondazione Pascale di Napoli”. La giornata di studi sarà moderata dal dottor Calo Alfaro, pediatra, e conclusa dalla relazione dello stesso Palagiano. Oggi, per quanto riguarda il cancro, la grande sfida per migliorare sopravvivenza e qualità della vita, è accrescere diagnosi precoci, cure personalizzate, appropriate fasi riabilitative. In Italia oggi la sopravvivenza al cancro è alta, quasi 3,4 milioni di persone convivono con questa che è diventata una malattia cronica. In Italia, come nel resto dell’Europa, la percentuale di casi risulta in aumento ma diminuisce il tasso di mortalità. In base all’ultimo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sulla “Salute in Europa”, il 2,4% della popolazione nei 53 Paesi della “Regione Europa” dell’Oms ha avuto il cancro nel 2014, pari ad un incremento del 50% rispetto al 2000, mentre la mortalità è scesa di circa il 13%. E’ fondamentale, per massimizzare i successi, approcciare il cancro in un’ottica non semplicemente di cura bensì di presa in carico globale della persona, attraverso le reti già previste dal piano oncologico nazionale, che mettono il paziente al centro di un’equipe multi-professionale. Al di là del cancro, l’Italia, in base al rapporto statistico annuale di Eurostat, è il secondo Paese in Europa per longevità (dopo la Spagna), in media 83,4 anni. Purtroppo, fanalino di coda tra le Regioni italiane è la Campania (81,7, come la media europea), che è anche la Regione con meno anziani. Affinchè gli anziani del mondo, destinati ad aumentare ancora (si prevede che, entro il 2050, 1 su 5 persone al mondo sarà oltre i 60 anni) possano godere dei miglior standard possibili di buona salute, le ultime linee guida dell’Oms, basate sulle prove sulla cura integrata per gli anziani, raccomandano di garantire servizi di prevenzione quali screening, vaccini, correzione stili di vita come dieta, moto, evitamento del fumo, e di cura, che mettano le esigenze globali delle persone anziane, e non solo le malattie, al centro dell’assistenza. Con più persone che vivono più a lungo, precisa l’Oms, ci sarà un numero maggiore di persone che sperimentano il declino nella capacità fisica e mentale e che possono anche avere bisogno di assistenza per le attività quotidiane: queste esigenze non sono ben soddisfatte nei modelli esistenti di assistenza sanitaria, per cui urge sviluppare approcci complessi basati sulla comunità per prevenire la disabilità e fornire assistenza ai caregivers familiari. Inoltre, la crisi economica aumenta le diseguaglianze accentuando la divaricazione dei contesti sociali. Anche l’Istat nell’ultimo rapporto 2017 fotografa una situazione non facile per gli anziani italiani, soprattutto i vari indicatori documentano un notevole aggravamento dello stato di salute nel passaggio dai 65 agli 80 anni: il 50% degli anziani soffre di almeno una malattia cronica grave, e le condizioni peggiorano oltre i 75 anni. Ben vengano dunque iniziative come questa voluta dal dottor Palagiano, in favore dei “nonni”, memoria preziosa e insostituibile della società. Perché sempre più di loro possano sperimentare il cosiddetto “invecchiamento attivo o di successo”.
Carlo Alfaro