Ero giunto a credere che non avesse un’età ben definita, perché la sua presenza, fissa e discreta, accompagna la comunità massese e i frequentatori dell’antica cattedrale dedicata alla Madonna delle Grazie da circa un settantennio. Ma invece Benedetto Sannino, per tutti Dino il sagrestano, un’età la tiene: ottant’anni, e parafrasando un detto “non sentirli”. Ultimo epigono di un lavoro che nel passato era quasi una missione, il sagrestano, Dino ha visto passare parroci, monsignori e cardinali, ha accompagnato pastori di anime e mutamenti liturgici, ma è sempre rimasto al suo posto: fedele e bonario, una “spugna” di aneddoti e ricordi. Quando mi reco a studiare antichi documenti e opere d’arte, spesso esco dall’antica cattedrale con tutt’altre informazioni. “Ma a Torca che si dice” mi disse pochi mesi fa mentre con occhio vigile scrutava il mio sfogliare un antico registro di defunti; “ci accompagnavo don Costanzo, a metà degli anni’60, per fare visita a don Mario Cafiero, l’anziano primicerio del Capitolo di Massa Lubrense” proseguì. In momenti come questo ( e negli ultimi tre anni me ne ha dedicati molti) capisco che dai documenti carpirò ben poco: attraverso il fluire dei suoi ricordi ci immergiamo nella storia di Massa Lubrense e lì incontriamo sacerdoti, culti, tradizioni, paesaggi e uomini che ormai non ci sono più, ma le cui tracce abbondano solo per coloro che realmente le vogliono conoscere. Mi colpisce ancora, come la prima volta che la vidi, un sua abitudine: nel giorno di una messa di suffragio, Dino recupera sempre un’immaginetta del defunto da porre sull’altare, vicino al Messale. Gli chiesi il perché e mi rispose: “cos’ il parroco, quando ricorda il defunto e predica può vederlo com’era da vivo e ricordarsi oppure farsi un idea di chi parla”. Rimasi semplicemente a bocca aperta per la profondità del suo pensiero. Allora sono rimasto piacevolmente colpito di una locandina che circolava in rete, con la sua faccia sorridente, che annunciava il traguardo degli ottant’anni: mi sono chiesto, quale occasione migliore per ringraziarlo? Grazie Dino di tutto quello che fai, della tua disponibilità e del tuo ricordare: in una società sempre meno abituata ad ascoltare gli anziani, io ti definii, nella mia tesi di laurea, un “sagrestano dalla memoria di ferro”. Un vero pilastro della chiesa massese e forse quasi un “parroco ad honorem” per tutti gli anni che ha dedicato e che dedicherà alla comunità. Perciò ho deciso di dedicargli questo pensiero e un ritratto firmato da Aldo Terminiello. Grazie di tutto Dino e auguri per i tuoi ottant’anni!
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