La curia di Sorrento dimentica LE VIRTU’ CARDINALI
E’ d’uopo ricordare a tutto il clero della penisola sorrentina, ai sommi vertici e agli uffici confraternali che esistono tali virtù, ma che loro ignorano.
Le virtù cardinali e/o anche virtù umane principali, nella religione cristiana sono delle virtù morali che costituiscono i pilastri di una vita dedicata al bene, ovvero l’abito operativo che induce a vivere rettamente.
Queste virtù si differenziano dalle virtù teologali, esse concettualmente enunciate dai filosofi antichi, in particolare da Platone, presso il cattolicesimo riguardano l’animo umano (a differenza perciò delle virtù teologali, che invece riguardano il rapporto con Dio) regolando la condotta in conformità alla fede, nonché alla ragione, e possono essere sia infuse da Dio che acquisite con la pratica.
Sono inoltre strettamente connesse alle virtù intellettuali: sapienza, scienza e intelletto.
La classificazione cristiana e tomistica, rispecchia quella proposta nel “Fedro” di Platone, il dialogo che presenta anche il mito del carro e dell’auriga che descrive il rapporto dell’anima razionale con le altre due facoltà dell’anima, quella irascibile e quella concupiscente. Le virtù platoniche erano le seguenti:
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prudenza
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giustizia
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fortezza
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temperanza
Prudenza
La prudenza o discernimento, dispone la ragione pratica a discernere, in ogni circostanza, il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per attuarlo. Da un punto di vista strettamente biblico il discernimento evoca essenzialmente il dono della Sapienza, cioè la capacità di vedere ogni cosa alla luce di Dio, facendosi istruire da Loro circa le decisioni da prendere. Concretamente la prudentia latina si traduce e quindi consiste nel discernimento, cioè nella capacità di distinguere il vero dal falso e il bene dal male, smascherando -attraverso questa stessa virtù- le false verità (a volte difficilmente identificabili) approfondendo ciò che si vede. L’uomo prudente allora non è tanto l’indeciso, il cauto, il titubante, ma al contrario è colui che sa decidere con sano realismo, non si fa trascinare dai facili entusiasmi, non tentenna e non ha paura di osare e di andare contro una cultura sociale, lontana dalla legge di Dio.
Ora mi rivolgo in particolar modo ai referenti della Curia di Sorrento e ai rappresentanti dell’Ufficio delle Confraternite: SAPETE DISCERNERE IL BENE DAL MALE, ED AVERE LA CAPACITA’ DI DECIDERE DISTINGUENDO IL VERO DAL FALSO E IL BENE DAL MALE? QUALI ASPETTATIVE DECISIONALI, NELL’IMMEDIATO FUTURO PRENDERETE IN MERITO ALLA VENERABILE ARCICONFRATERNITA DEL GONFALONE DEI SANTI PRISCO E AGNELLO E ALLA CONFRATERNITA DEI GIUSEPPINI?
Giustizia
La giustizia consiste nella volontà costante e ferma di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto e quindi, per mezzo di essa, intendiamo e conseguentemente operiamo ciò che è bene nei riguardi di Dio, di noi stessi e del prossimo. È la più importante tra le virtù cardinali perché “chi pratica la giustizia è giusto come Egli [Cristo] è giusto” (1Giovanni 3,7) mentre “chi non pratica la giustizia non è da Dio” (1Giovanni 3,10) come dice San Giovanni.
… di dare a Dio e al prossimo … chi non pratica la giustizia non è da Dio.
Fortezza
La fortezza assicura, nelle difficoltà, la fermezza e la costanza nella ricerca del bene. La fortezza è la capacità di resistere alle avversità, di non scoraggiarsi dinanzi ai contrattempi, di perseverare nel cammino di perfezione, cioè di andare avanti a ogni costo, senza lasciarsi vincere dalla pigrizia, dalla viltà, dalla paura. La fortezza si oppone alla pusillanimità che, come insegna Tommaso d’Aquino, è il difetto di chi non sfrutta al massimo le proprie possibilità, cioè non si esprime nella pienezza delle sue potenzialità, facendosi cullare dalla pigrizia o accontentandosi di condurre un’esistenza vuota.
Ecco come i giusti perseverano, resistono alle avversità, non si scoraggiano dinanzi ai contrattempi, al silenzio di coloro che sono vili e che conducono un’esistenza vuota …
Finché non si addiverrà ad una conclusione, i giusti continueranno a resistere e a combattere questo stato di assoluta vergogna. Si continuerà a scrivere fino allo sfinimento, in tutte le sedi opportune, fino al momento in cui le barriere crolleranno.
Temperanza
La temperanza modera l’attrattiva dei piaceri sensibili e rende capaci di equilibrio nell’uso della materia. Se l’uomo, come l’animale, seguisse liberamente le proprie pulsioni, prodotto del peccato originale, finirebbe col diventare schiavo delle sue bramosie e delle sue passioni, giacché la parte animale dell’uomo è molto sensibile, se non controllata costantemente, alla degenerazione e all’abuso. Occorre allora un impegno ascetico, che alleni la volontà e l’intelligenza a evitare e a valutare ciò che può nuocere loro tramite il rapporto con Dio. Questa autoeducazione della volontà è precisamente la virtù della temperanza. Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che “la temperanza è la virtù morale che modera l’attrattiva dei piaceri e rende capaci di equilibrio nell’uso dei beni creati. Essa assicura il dominio della volontà sugli istinti e mantiene i desideri entro i limiti dell’onestà” (N° 1809). In senso specificamente cristiano la temperanza diventa imitazione di Gesù, il quale è modello di equilibrio, perché sa essere temperante in tutti i suoi rapporti e in tutte le sue azioni.
… la virtù morale … e quale virtù morale è stata mai osservata nelle Confraternite innanzi citate? Siamo in periodo quaresimale, non ho visto finora nessun capo cosparso di ceneri, bisogna attendere che la farsa continui con “governi ombra” di queste confraternite e dello show che metteranno in campo durante le processioni pasquali? Governi ineleggibili e incompatibili.
MEMBRI DELL’UFFICIO DELLE CONFRATERNITE DELLA CURIA DI SORRENTO, A COSA SERVITE? A QUALE PADRONE SIETE OBBEDIENTI?
«I’ mi volsi a man destra, e puosi mente a l’altro polo, e vidi quattro stelle
non viste mai fuor ch’a la prima gente.
Goder pareva ‘l ciel di lor fiammelle:
oh settentrional vedovo sito, poi che privato se’ di mirar quelle!»
Il Confratello
Rosario Salerno