Dopo la scomparsa delle boe luminose di delimitazione di zona A dell’Area Marina Protetta Punta Campanella, da giorni è addirittura spento il faro sulla sommità dello scoglio del Vervece, a meno di un miglio dal porto di Massa Lubrense, sulla rotta Sorrento-Capri.
Una situazione di pericolo per le numerose imbarcazioni in transito nel tratto dimare frequentato in questo periodo di bassa stagione soprattutto da imbarcazioni da pesca e di linea dirette a Capri o nel versante del Golfo di Salerno.
Una situazione che perdura da giorn, sotto gli occhi appannati dei vertici dell’Area Marina Protetta, alloggiati nel famoso “Torrione” occhio vigile contro le invasioni dei saraceni, di fronte al famoso scoglio, alle prese in questi giorni con riunioni serali per tentare di tappare le varie falle di una conduzione deludente soprattutto all’indomanidella sentenza del Tar favorevole al ricorso dei charter sull’imposizione del famoso Ais per monitorare, tra l’altro, rotte e velocità.
Un inizio di attività estiva con riunioni con le categorie interessate, diving (per immersioni soprattutto al famoso scoglio del Vervece, mal regolate) e soprattutto con i charter, presiedute dal direttore facente funzioni, fornita come la maggior parte del personale da un agenzia interinale da circa vent’anni e promossa, categoria C, al ruolo di direttore facente funzione.
Il tutto in attesa dello svolgimento del nuovo concorso bandito dal comune di Massa Lubrense con la trasmissione di tre partecipanti al Cda dell’Area Marina protetta per la scelta definitiva. A tale proposito, secondo voci di corridoio, tra i nuovi aspiranti alla direzione del Parco, potrebbe prendere corpo la candidatura dell’oceanografo Arturo De Alteris, dimissionario dalla carica di componente del Cda in quota comune di Sant’Agnello. Da parte della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia, attenti alle situazioni di emergenza in mare, arrivano assicurazioni di “avviso ai naviganti” in attesa dell’arrivo del ricambio necessario a ripristinare l’importantissimo faro. Rimane ancora in piedi l’interrogativo sulla mancanza delle boe di segnalazioni di zona A “scomparse” in mare e mai più collocate per evitare la navigazione nella zona di tutela assoluta.