Il Vangelo in pillole – Primo venerdì di Quaresima
“Primo venerdì di Quaresima” solo a dirlo sembra di ricordare un’epoca lontana quando il digiuno e l’astinenza caratterizzavano la condotta dei cattolici. Sembra che uno sparuto gruppo di “nostalgici” siamo ancora disposti a realizzare questo esercizio quaresimale che la Chiesa, madre e maestra, ci chiede di osservare, ricordandosi che lo stesso Signore rispose ai discepoli di Giovanni: «Verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno» (Mt 9,15). La Quaresima non è un obbligo, un “precetto”, ma un periodo di discernimento per fare il punto della situazione, valutare il nostro progresso spirituale.
Il vero “digiuno” non è l’ipocrita astinenza o il “fioretto”, il profeta Isaia, nella prima lettura di oggi, ci aiuta a capire: «Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne? Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà» (Is 58,7-8). Che strano, digiunare è “abbuffarsi” di amore! Sì, perché «Si è più felici nel dare che nel ricevere!» (At 20,35).