Un incontro cordiale, con “vigilantes” preoccupati, nella stanza attigua, tra il sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, i consiglieri comunali Enzo Sorrentino, Mariano Pontecorco, l’A.D. della Fondazione Sorrento, Mario Gargiulo, l’architetto Filippo Di Martino, dirigente del settore lavori pubblici ed edilizia e Michelangelo Scannapieco protagonista lunedì 11 di una protesta eclatante con sciopero della fame ed incatenamento all’ingresso della Casa comunale.
Il sindaco Coppola ha subito esordito manifestando il suo disappunto sulle “accuse” riportate sul cartellone posizionato da Michelangelo Scannapieco, anche rappresentante dell’Associazione Penisola Sorrentina “Mani Pulite”, alle sue spalle, con la sintesi delle sue “accuse” al “sistema” politico amministrativo locale.
In particolare il sindaco ha fermamente respinto il riferimento al settimo comandamento così come alla maggior parte delle “critiche” alla mancata attuazione dei controlli e ordinanze di demolizioni e acquisizioni al patrimonio comunale di centinaia di casi di abusi eclatanti soprattutto da parte di “potenti” della città ,realizzati durante le precedenti Amministrazioni comunali.
A tale proposito è intervenuto l’architetto Di Martino, elencando una serie di provvedimenti presi dal suo ufficio a cui ne seguiranno altri e le difficoltà di dare esecuzione ad ordinanze di demolizione o acquisizione al patrimonio comunale soprattutto per vari ricorsi al Tar.
Alle domande di Michelangelo Scannapieco sul perchè della mancata costituzione di Parte Civile del Comune su eclatanti casi di abusivismo (due pesi e due misure) e su mancati pagamenti di debiti da parte di ex Amministratori non vi è stato nessun riscontro così come sull’occupazione abusiva di vani nei pressi di un edificio scolastico.
Il consigliere Mariano Pontecorvo ha parlato della necessità di organizzare un convegno con tutti i comuni interessati per spingere la Regione e lo stesso Governo Centrale a legiferare in modo da sanre i piccoli abusi e permettere la realizzazione di nuove unità abitative, per eitare l’allontanamento dei cittadini, dal proprio paese d’origine.
Un “nulla di fatto” per Michelangelo Scannapieco in parte deluso dall’incontro e deciso a continuare la sua protesta per l’applicazione della legge per tutti e l’allontanamento dalla casa comunale di figli e nipoti di politici inqusiti e condannati per gravissimi reati, che di fatto, impediscono, il sorgere di una nuova primavera amministrativa sul comune di Sorrento.