SORRENTO, ISTITUTO DI CULTURA TORQUATO TASSO: HOMO QUISQUE FABER IPSE FORTUNAE SUAE

SORRENTO, ISTITUTO DI CULTURA TORQUATO TASSO: HOMO QUISQUE FABER IPSE FORTUNAE SUAE

SORRENTO, ISTITUTO DI CULTURA TORQUATO TASSO: HOMO QUISQUE FABER IPSE FORTUNAE SUAE

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HOMO QUISQUE FABER IPSE FORTUNAE SUAE (Ogni uomo è artefice della propria fortuna, cioè del proprio destino).

L’articolo pubblicato ieri dal nostro giornale deve avere maggiore completezza nel chiarire come si è giunti alle giuste dimissioni di un personaggio che non ci capacitavamo come potesse essere a capo di un Istituto di Cultura. Luciano Russo è come una “Echo Chamber”.

Immaginate di essere in una stanza vuota con le pareti ricoperte di specchi. Ogni volta che parlate, la vostra voce rimbalza sulle pareti e risuona all’infinito. È come se foste l’unica persona al mondo e la vostra opinione fosse l’unica che conta.

Le Echo Chamber possono essere pericolose perché limitano la nostra esposizione a diverse opinioni e idee, portando a una visione del mondo ristretta e unilaterale, favorendo la disinformazione.

Luciano Russo espone i suoi “sudditi” solo a informazioni che confermano le sue convinzioni, così è più facile fare loro credere notizie false o fuorvianti.

Ovviamente il Russo non tollera che gli si dica no: le persone nelle Echo Chamber tendono a trincerarsi ancora di più nelle proprie convinzioni e a diventare meno tolleranti verso le opinioni diverse

Luciano Russo, e la storia dell’Istituto lo conferma, non ama dialogare con persone che hanno opinioni diverse, lo annoia a morte ascoltare le loro prospettive e cercare di capire il loro punto di vista. Infatti, a decine si contano donne e uomini, soci che rappresentano le migliori espressioni della società sorrentina, che hanno dovute dare le dimissioni dal C.d.A.

Alcuni hanno lasciato anche incarichi onorevoli, per dimostrare che uscire dalla sfera di influenza di Luciano Russo è importante per sviluppare un pensiero critico più robusto, per essere cittadini informati e per costruire una società più aperta e tollerante.

Ciò che non è stato capace di fare per il bene di Sorrento, nonostante le centinaia di conferenze dove c’era solo lui, il Russo lo ha raggiunto con le sue dimissioni ricordandoci quanto già sentenziava Seneca: “Da nulla bisogna guardarsi meglio che dal seguire, come fanno le pecore, il gregge che ci cammina davanti, dirigendoci non dove si deve andare, ma dove tutti vanno.

E niente ci tira addosso i mali peggiori come l’andar dietro alle chiacchiere della gente, convinti che le cose accettate per generale consenso siano le migliori e che, dal momento che gli esempi che abbiamo sono molti, sia meglio vivere non secondo ragione, ma per imitazione”.

Si sono già ecclissati i “paladini” che si ergevano a giornalisti: Giovanni Maresca, Salvatore Caccaviello, Michele De Angelis, quest’ultimo con Tea Maione ritornati col capo chino alla corte del Russo nonostante le precedenti dimissioni.

Il giorno 6 giugno 2024 al 1 punto all’O.d.G. fu deliberato l’insediamento del Consiglio Direttivo. In settimana vedremo come gli orfani S, Iorio, G. Gargiulo, C. Giordano, E. Di Maio, G. Savarese, M. Morvillo, C. Molina sapranno reagire, ma dubitiamo fortemente che il puparo lasci libere le “sue” marionette.

Gaetano Milone

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