la storia è vecchia e si inserisce a tutto titolo nella incapacità dell’Amministrazione comunale ( Polizia municipale compresa), di far rispettare la legge. “Protezioni” politiche, studi legali a difesa dell’indifendibile, cittadini rassegnati a vivere in un contesto sociale dove a pagare è sempre chi pone il problema. “Un calesse sbizzarrito” scrivevamo in passato, a proposito dell’Ape car, usato dai gestori di un parcheggio su fondo agricolo, dove si produce e si vende olio “extra vergine d’oliva”.
Un parcheggio certamente privo delle autorizzazioni mai concedibili su terreno agricolo, con segnaletica “direzionale” ,che bypassa l’altro parcheggio pubblico con “carte in regola”, compreso di “sala d’attesa”, ricavata con un vecchio divano, sotto la solita tettoia in pali di castagno e copertura di cannucce.
Il costo della corsa per i clienti del parcheggio fra gli ulivi,fino alla spiaggia, è appena di un euro, compresa assistenza medica in caso di infortunio ( una signora giorni fa è stata sbalzata a terra durante l’accidentato percorso senza sporgere denunzia).
Una vecchia petizione di abitanti della zona inviata alle autorità non ebbe successo, nel lontano 2020.
Oggi a due anni di distanza il problema resta e l’interpretazione della legge o meglio la presenza della “legge” per ripristinare la legalità, rimane un sogno d’altri tempi.