SORRENTO: “STANLIO ED OLLIO” SORRENTINI, UN DUO DA TSO

SORRENTO: “STANLIO ED OLLIO” SORRENTINI, UN DUO DA TSO

SORRENTO: “STANLIO ED OLLIO” SORRENTINI, UN DUO DA TSO

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Un duo che fa della fisicità e asineria congenita il proprio cavallo di battaglia.

L’uno – come detto in precedenza, perfetto anello di congiunzione tra l’uomo e la scimmia o meglio orangutan ( il suo incedere a piccoli saltelli con braccia curve in avanti ne è riprova), l’altro freneticamente in movimento, mentre mette parole in libertà, con una cattiveria pari alla sua grossa ignoranza, che lo annovera tra i ciarlatani del paese.

E poi l’operatore, che all’oscuro delle proprie responsabilità, nel registrare e pubblicare offese ai quattro venti potrebbe trovarsi a rispondere in Tribunale di reati perseguibili a querela.

Oggetto dell’ultimo “report” del “Duo Fasano” nome di battesimo “Secondina (nomen omen) e Terzina”, la dimostrazione dell’autenticità del famoso Guido Reni, esposto per soli tre giorni, da “Secondino” a Villa Fiorentino e, successivamente sequestrato a casa sua, dal nucleo dei carabinieri “Beni Culturali” di Napoli, su disposizione del magistrato.

Dallo “speciale” condotto come al solito dal famoso azzecca -garbugli sorrentino apprendiamo dalla “viva” voce di Secondino che il Tribunale del Riesame ha dissequestrato la tela, dal valore dichiarato di  ventimila euro – al momento dell’esposizione la quotazione era di  cinque milioni di euro ( qualcuno giura che doveva essere venduto ad un ricchissimo collezionista) senza specificare nulla sulla perizia di autenticità successiva al sequestro.

In effetti a noi semplici mortali è sembrato di capire che il Tribunale del riesame ha dissequestrato – su richiesta di parte – l'”oggetto” ovvero il quadro,  la cui autenticità richiede tempi lunghissimi per la dimostrazione.

Una vicenda che comunque presenta ancora lati oscuri e che vede il Secondino, autoproclamatosi unico cittadino che fa cultura a Sorrento  -il suo sodale si occupa di coltura – “cacciato” dalla Fondazione ( a sua dire), chiedere al sindaco la testa dell’Ad, reo, tra l’atro, di aver nominato un Ctu per verificare l’autenticità delle opere esposte (fra cui il Reni).

Cose da pazzi,  o meglio, da Tso.

Gaetano Milone

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