Cui prodest cioè come riportato da Medea, nell’omonima tragedia di Seneca ( cui prodest scelus, is fecit), in parole povere ” colui al quale il crimine porta vantaggi, egli l’ha compiuto”.
Ci siamo chiesti quali sono le competenze del sig. L.R. in materia.
Notoriamente, nonostante il suo compulsivo protagonismo, non lo vediamo mai moderatore o relatore delle sue ormai stancanti conferenze. Dunque?
Se non è un umanista, un artista, un uomo di politica o di legge, da dove viene il suo sapere sulla camorra? Forse dalla sua esperienza?
Marc Monnier scrive: «Dissi di una simil setta. La camorra infatti, nel significato generale del vocabolo, designa ben altro che l’associazione […] Il vocabolo si applica a tutti gli abusi di forza o di influenza.
Far la camorra, nel linguaggio ordinario, significa prelevar un diritto arbitrario e fraudolento» (La camorra: notizie storiche raccolte e documentate, 1862).
Ah ecco, agendo lui da despota e tiranno nei suoi rapporti personali ignorando le leggi della democrazia, uno dei più benestanti di Sorrento senza aver mai svolto alcuna attività lavorativa, denunciato per calunnia, può ben testimoniare l’oggetto del contendere.
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