Tirare in ballo il prestigioso Istituto che si rappresenta e lo stesso consiglio d’Amministrazione e soci tutti in una vicenda personale, che lo vede contrapposto contro un cittadino sorrentino da tempo in lotta contro il malaffare che lo accusa, tra l’altro dei gravissimi reati di usura, è da irresponsabili e certamente da censurare sotto tutti i punti di vista.
L.R. noto “critico d’arte” sorrentino, da tempo in pianta stabile nelle stanze del Comune di Sorrento come nuovo Messia del sapere ( senza titoli), “foraggiato lautamente” in ogni sua iniziativa pseudo culturale da Sindaco e Giunta, Presidente pro-tempore del glorioso Istituto di Cultura “Torquao Tasso di Sorrento, ha pensato bene di pubblicare sul profilo social del “Torquato Tasso” notizie infondate e lesive della dignità della famiglia di Michelangelo Scannapieco, tirando addirittura in ballo il defunto genitore. su episodi risalenti agli anni ’80 del secolo scorso e conclusosi con l’assoluzione con formula piena e restituzione dei beni su richiesta dello stesso pubblico ministero.
Ecco quindi la pronta querela per diffamazione da parte di Michelangelo Scannapieco presentata alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata che clamorosamente chiama in causa per diffamazione, Presidente, Consiglio d’Amministrazione, Soci tutti del glorioso sodalizio che si accinge a scrivere la pagina più vergognosa della propria storia facendo arrossire dalla vergogna tutti i sorrentini che amano il proprio paese.
Ecco di seguito alcuni passaggi della querela che dovrebbero portare a provvedimenti ad horas dei componenti del Sodalizio, per ridare dignità all’Associazione ed alla stessa Sorrento.
La diffamazione è un reato previsto dall’art. 595 c.p. tra i “delitti contro l’onore” e ricorre quando taluno, comunicando con più interlocutori, offende volontariamente la reputazione di un altro.