Assume risvolti sempre più inquietanti la vicenda delle presunte accuse di “cravattaro” al Presidente dell’Istituto di Cultura “Torquato Tasso”.
In una lettera aperta, pubblicata su facebook, Michelangelo Scannapieco si rivolge direttamente, chiamandoli in causa, al Consiglio d’Amministrazione ed ai Soci tutti del prestigioso Istituto chiedendo ancora una volta le dimissioni del Presidente particolarmente “polemico” ed offensivo, dopo le circostanziate accuse nei suoi riguardi, di presunti comportamenti illeciti.
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“Facendo seguito alle precedenti comunicazioni scritte e verbali, – scrive Michelangelo Scannapieco – con la presente Vi comunico che se la situazione non viene risolta tempestivamente attraverso le dimissioni del Vostro Presidente, tenuto conto delle offese ricevute dallo stesso in quanto parlava offensivamente nei miei confronti in nome e per conto del Vostro Istituto, mio malgrado mi vedrò costretto a tutela del buon diritto, di denunciare nelle opportune sedi sia civile che penale il Vostro Istituto di Cultura Torquato Tasso con richiesta di risarcimento del danno”.
Le accuse ancora una volta parlano di “uso” indiscriminato da parte del Presidente della Tassiana, del nome dell’Istituto, nelle “invettive” nei confronti di Michelangelo, oltre – come affermato in strada giorni fa- dallo stesso fin troppo loquace “critico d’arte” – ” a diffamare cittadini perbene di Sorrento (il riferimento è soprattutto, fra i tanti, al noto cialtrone pregiudicato accusato a più riprese di vivere alle spalle della povera gente – similis cum similibus).
Michelangelo Scannapieco , come è suo costume, non molla “la preda”, sicuro di quanto affermato e pronto a portare i soci dell’Istituto di Cultura sorrentino, in Tribunale per un risarcimento danni all’immagine di chi ha scelto, sacrificando tutto se stesso – di vedere la Sorrento – “Gerusalemme” liberata da personaggi che vivono al di fuori della legge.