La notizia della scomparsa di Liberato Maggio, “dopo una vita dedicata alla famiglia ed al lavoro” ha reso più povera la progenie di massesi benemeriti, di quella stirpe di uomini semplici che sono vissuti nel culto della famiglia, del lavoro,del senso di appartenenza ad una terra amata e “vissuta” fino in fondo.
E mi riferisco all’altra passione civile di Liberato, imprenditore di succeso nel campo edile.
L’amore per il sua mare , vissuto intensamente, fin dalle prime luci dell’alba, dalla sua casa a Marciano e poi nel tempo libero sul suo gozzo, anima gemella di sane e avventurose battute di pesca.
Lo ricordo con affetto componente e fondatore del gruppo dei soci diportisti della Pro Loco di Massa Lubrense.
Nei mesi invernali con il gozzo in secca giù alla Lobra era facile incontrarlo e parlare delle future battute di pesca, che costituivano la sua sana passione di “uomo di mare” prestato al lavoro, alla famiglia.
Oggi Liberato naviga in altri mari, quelli cheti, della perpetua felicità, guadagnata con una vita improntata alla rettitudine, all’onestà, all’amore per la famiglia.
Alla moglie Anna, compagna di vita, ai figli Antonio, Domenico, Giuseppina, alle sorelle Luigia e Maria, al nipote Liberato cui ha trasferito il testimone della sua passione per il mare, un abbraccio fraterno da coloro e sono tanti, che gli furono amici.