Dopo il vero e proprio tsunami (con onda di ritorno), che ha investito il Comune di Sorrento con le inattese e per molti incomprensibili dimissioni dell’architetto Daniele De Stefano, ( hanno fatto seguito al “no” alla posizione organizzativa ed alla progressione di carriera), Michelangelo Scannapieco allarga la rosa dei pallini verso presunte incompatibilità alle cariche assessoriali e non solo.
E nella sua battaglia per la legalità coinvolge anche “Associazioni” laiche vicino alla Chiesa e molto care ai sorrentini legati alle proprie tradizioni religiosi.
Gli interrogativi sull’operato di membri di una delle più famose “Arciconfraternite” sorrentine parlano di presenza inopportuna di qualche “peccatore” in processione “appoggiata” dallo stesso priore e da un membro “che conta” nel sodalizio, rampollo di una famosa famiglia sorrentina, con cariche importanti nella stessa Amministrazione comunale e presunti abusi edilizi fra i più stretti familiari.
Insomma il ciclone “mister 5000” sembra aver coinvolto vecchi e nuovi Amministratori pubblici, consiglieri, tecnici comunali e altri professionisti tutti sotto la lente di ingrandimento di colui che oggi, agli occhi della “gente” ( famosa l’espressione usata da Tina Pica in risposta alla domanda del maresciallo Carotenuto in “Pane, Amore, e Gelosia”) è additato come il salvatore della “patria”. Un “giallo” estivo che sta appassionando i cittadini di tutta la penisola sorrentina.