Don Francesco Saverio Casa, sacerdote benemerito, ci ricorda le varie festività religiose della nostra Chiesa con appunti storici straordinari.
La Festa della titolare della Chiesa ex-Cattedrale di Santa Maria delle Grazie, riporta tale ricorrenza al secondo mistero della Gioia così come previsto nella preghiera del Santo Rosario, e al Calendario liturgico della Chiesa Cattolica in data 31 maggio quando, secondo la riforma Liturgica del Concilio Ecumenico del Vaticano II, Papa Paolo VI volle inserirla a coronamento del Mese di Maggio. Riordinare le idee intorno alla posizione dottrinale e cultuale in onore della Vergine Maria, nel clima di approfondimento e di riordinamento, è qui che bisogna leggere anche la festa della Visitazione di Maria ad Elisabetta: il culto di venerazione è dovuto alla Vergine Maria nell’anno liturgico. Così fu la riforma liturgica con il Calendarium Romanum 1969 e del Missale Romanum 1970. A queste indicazioni dottrinali, Papa Paolo VI si preoccupò anche di aggiungere quattro orientamenti per il culto della Vergine Maria: biblico, liturgico, ecumenico e antropologico.
Il titolo della Madonna delle Grazie è associato anche al titolo vescovile di Chiesa ‘maior’ della Città Lubrense. È la protettrice dell’ex – Cattedrale e dell’ex – Diocesi Lubrense, che insieme al Patrocinio del Vescovo San Cataldo, Patrono principale della Città e della Chiesa Lubrense, costituiscono il presidio e la tutela per i massesi. Il titolo della Lobra, anticipa nel tempo la configurazione religiosa – storica dell’episcopato Lubrense, ed il culto alla Madonna della Lobra è ancora prova sicura del com-patrocinio della Madre di Dio e di Gesù Cristo per Massa Lubrense. Sebbene il titolo risale alla posa della prima pietra del maestoso tempio avvenuta nel 1512 al di 25 marzo, si deve attendere il 1838 per vedere realizzata nell’ex – Cattedrale l’attuale cappella dedicata alla Vergine Maria con la realizzazione della statua portata solennemente in processione la sera del 2 luglio per le strade della Parrocchia.
Nel 1938 con rito solenne veniva incoronata, non dal Capitolo Vaticano il quale già aveva decretato le incoronazioni di gran parte delle immagini e statue sia in terra peninsulare che in terra stabiese, ma dall’Arcivescovo di Sorrento Mons. Paolo Iacuzio il 2 luglio di quell’anno. Nella Città di Sorrento, il 15 giugno dello stesso anno, il presule ricordava con la dovuta solennità il Bicentenario della lacrimazione dell’Ecce Homo avvenuta nella Chiesa monastica delle Benedettine di San Paolo.
Don Pietro Paolo Maldacea, nativo della frazione di Pastena, dove già era venerata fin dal 1823 la Madonna delle Grazie, essendo Parroco di Pastena Don Pietro Severino, si adoperò nell’ attuazione della nuova statua conservando il medesimo titolo, dato che la statua venerata nella Chiesa Parrocchiale di Pastena era stata condotta ivi dal Monastero del Deserto dopo la soppressione degli Ordini religiosi e l’uscita forzata dal territorio dei Padri Carmiano Scalzi, presenti al Deserto fin dal 1679.
Va sottolineato ancora, che questo titolo della Madonna, era stato prescelto anche per la Chiesa Parrocchiale della frazione di S. Agata, lì dove il culto tributato alla martire siracusana ha stabilito il nome della frazione. La diffusione della festa della Visitazione ebbe un grande incremento dal 1263 in poi, quando il Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori, Bonaventura da Bagnoregio, nel Capitolo generale di Pisa (1263), la estese a tutti i conventi dell’Ordine francescano, insieme alla celebrazione dell’Immacolata Concezione. Nel 1389, Papa Urbano VI fissò la data della festa al 2 luglio nel calendario liturgico. E nell’anno giubilare del 1390, Papa Bonifacio IX, decretò la celebrazione a tutta la Chiesa occidentale e che divenne giuridicamente effettiva solo dopo lo scisma d’occidente (1414), con il Concilio di Basilea (1 luglio 1441).
A Massa Lubrense la Festa e la processione della Madonna, hanno avuto ab antiquo sempre la precedenza su quella di Pastena. La storia suffragata dalle fonti ci dice che il parroco Don Francesco Gargiulo stabilì con l’autorità ecclesiastica di trasferirla alla domenica seguente il 2 luglio. Basti questo a sottolineare come fino agli anni ‘90, veniva riconosciuta alla Chiesa ex – Cattedrale, per storia e dignità, un valore di tutto rispetto. Papa Paolo VI volle anche, tuttavia, che nella Chiesa non fossero soppressi i titoli storici delle sedi episcopali, ben sapendo che ogni riforma non è un’abolizione ‘ipso facto’, ma come il termine designa, ogni riforma è ridare forma.
Attualmente il Vescovo titolare di Massa Lubrense resta S.E. Mons. Robert Fealey Morneau, del quale però il Santo Padre Francesco nell’ ottobre del 2013 ha accettato la rinuncia all’ufficio di Ausiliare della diocesi di Green Bay (U.S.A.), in conformità ai canoni 411 e 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico. A partire dal VII secolo, con l’occupazione araba del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale, numerosi vescovi espulsi da quelle regioni, trovarono ospitalità in Occidente e vennero accolti dai vescovi locali come ausiliari. L’origine dei vescovi titolari risale al IV secolo, quando nel Concilio di Nicea (325) si concesse ai vescovi che avevano seguito Novaziano, un antipapa, e convertitisi all’ortodossia, di mantenere i privilegi e gli onori derivanti dall’ordine episcopale pur perdendo ogni giurisdizione sulla chiesa titolare.
I Vescovi o Arcivescovi titolari sono quei vescovi della Chiesa cattolica, ai quali non è stata affidata la cura di una diocesi esistente. I vescovi titolari, in quanto legittimamente consacrati e membri del collegio dei vescovi, godono di tutti i privilegi e gli onori dei vescovi diocesani e hanno il diritto e il dovere di partecipare a un concilio ecumenico con voto deliberativo.
Titoli e date si perpetuano grazie alle riforme, e ne vengono – sempre si spera – sapientemente determinate le attuali sistemazioni, senza sovrapposizioni o confusioni di sorta.