SORRENTO, MICHELANGELO SCANAPIECO: STANNO TENTANDO DI METTERMI IL BAVAGLIO

SORRENTO, MICHELANGELO SCANAPIECO: STANNO TENTANDO DI METTERMI IL BAVAGLIO

SORRENTO, MICHELANGELO SCANAPIECO: STANNO TENTANDO DI METTERMI IL BAVAGLIO

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Dopo le ultime eclatanti segnalazioni di malefatte edilizie da parte di facoltosi personaggi sorrentini (intoccabili per molti), Michelangelo Scannapieco riceve un incomprensibile tentativo di “censura” alle sue provate denunzie, da alcuni rappresentanti dell’Amministrazione comunale già in precedenza  autori di querela nei suoi confronti ed archiviata dal Pm del Tribunale di Torre Annunziata.  Un “invito a scomparire” da ben due avvocati del foro torrese, amministratori al comune di Sorrento (uno Assessore, chiamata in causa da Michelangelo per presunti abusi edilizi, l’altro Consigliere del Pd, il terzo Segretario politico) che da tempo nel proprio ruolo potevono concorrere a dare una risposta certa alle accuse di favoritismi abusivi del famoso tecnico comunale. Di seguito il testo della lettera “aperta” pubblicata da Michelangelo Scannapieco sul suo profiloFb ed indirizzata ai suoi concittadini.

UN INDISPENSABILE CHIARIMENTO AI MIEI AMICI e FOLLOWER E A TUTTI I SORRENTINI”

È noto a tanti – anche residenti fuori dalla nostra città – che da alcuni anni sto conducendo una battaglia senza sosta contro la corruzione e il malaffare che si annidano nella pubblica amministrazione locale consentendo la realizzazione di abusi edilizi che hanno deturpato gravemente il nostro pregiato territorio.

 

Irregolarità rimaste in gran parte prive di sanzioni che ho denunciato alle Autorità competenti, nelle forme previste dalle norme, con dovizia di particolari e delle quali ho dato notizia nella mia pagina Facebook sollecitando in tutti i modi partiti, amministratori locali, dirigenti degli uffici comunali, forze dell’ordine ad accertare quanto da me denunciato e a intervenire per porre fine a questo scempio.

 

Molte volte ho comunicato le mie idee veementemente con rabbia, con indignazione e con passione, scagliandomi contro l’inerzia di coloro che, avendo l’autorità e il compito di porre rimedio alle irregolarità, sono rimasti colpevolmente inerti.

 

Il mio modo diretto e passionale di comunicare è stato apprezzato da un numero crescente di persone che hanno pienamente compreso il senso e le finalità  della mia lotta e mi hanno sostenuto e incoraggiato a continuare. Altri, al contrario, (in verità pochi!) hanno cercato e stanno cercando con ogni mezzo di ostacolarmi e mettermi a tacere.

Tra di essi i più attivi, senza alcun dubbio si sono dimostrati tre “autorevoli” rappresentanti locali del Partito Democratico: l’assessore R. P., il consigliere comunale I. G. e il segretario G. P..

Costoro, a vario titolo coinvolti nell’attuale amministrazione comunale (il PD è infatti una componete autorevole dell’attuale maggioranza consiliare) anziché impegnarsi ad accertare le irregolarità da me denunciate e a battersi per contrastarle – come ritengo fosse un preciso loro dovere – hanno ritenuto fosse opportuno e preferibile denunciarmi per diffamazione.

Incredibilmente, poi, a novembre scorso allorquando il PM ha chiesto l’archiviazione della denuncia si sono opposti ed hanno chiesto addirittura il sequestro preventivo e l’oscuramento della mia pagina Facebook, sostenendo che i contenuti da me pubblicati sarebbero lesivi della loro reputazione. 

Una richiesta inaudita e abnorme in quanto proveniente proprio dai rappresentanti di un partito che da sempre ha difeso il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, garantito dall’art. 21 della nostra Costituzione. 

Lascio, perciò, a voi giudicare questi comportamenti e queste decisioni sottolineando che, anche quando le mie frasi hanno assunto i toni più aspri, esse sono sempre rimaste nei limiti della critica politica e hanno costantemente mirato a sollecitare interventi che continuo a ritenere assolutamente dovuti da coloro che svolgono funzioni pubbliche.

MICHELANGELO SCANNAPIECO

 

 

Gaetano Milone

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