SORRENTO: FESTA DI SANT’ANTONINO, UNA LODE, DEL VESCOVO DI VICO EQUENSE PAOLO REGIO

SORRENTO: FESTA DI SANT’ANTONINO, UNA LODE, DEL VESCOVO DI VICO EQUENSE PAOLO REGIO

SORRENTO: FESTA DI SANT’ANTONINO, UNA LODE, DEL VESCOVO DI VICO EQUENSE PAOLO REGIO

condividi in facebook

Don Francesco Saverio Casa, rettore della chiesa di San Paolo a Sorrento, in occasione della festività di Sant’Antonino dei Giardinieri, di domani, domenica 1à maggio ne fa memoria religiosa pubblicando alcune lodi di Paolo Regio, teologo napoletano, successivamente Vescovo di Vico Equense, riportate dallo storico Benito Iezzi

 

.

Cantico Spirituale in Lode di Sant’Antonino, di Paolo Regio

In memoria del Prof. Mario Russo

Casoria, 15 gennaio, festa di San Mauro. Benito Iezzi, già direttore della Collana Cocumella, contenitore di testi rari o inediti, la che ospitava autori di ogni tempo e paese, senza soggezioni di scuola, sollecita al piacere della pagina bella o utile, confidata al sentimento di lettori più complici che clienti, completò e corredò con una sua Nota Bibliografica il Cantico Spirituale in lode di Sant’Antonino di Paolo Regio, edito da Franco Di Mauro prima edizione febbraio 1991.

“Nel 1582 venne impressa a Napoli La vita del Santo Padre Antonino Abbate, principal protettore della Città di Sorrento. Descritta dal Reverendo Signor Paolo Regio, Dottor Teologo Napoletano. Un anno dopo l’edizione dell’opuscolo, l’autore nominato vescovo di Vico Equense (sede non ambita e destinazione contrastata), prese, negli intervalli dell’ufficio pastorale, a rimeditare l’opera. Nella seconda parte delle Opere spirituali di Mons. Paolo Regio, Vescovo di Vico Equense, ritroviamo la Vita di Sant’Antonino Abbate et Confessore, ove de’ Santi Catello, Renato, Valerio, Athanagio, et Bacolo Vescovi, parimenti si fa memoria. Il cantico a Sant’Antonino, XLVII della seconda parte, dove occupa le pp. 378-381, è il medesimo che si legge alle cc. 43v-44v della vita del Santo nell’edizione 1582 ed appare insieme come epitome ed esito del testo in prosa, a testimonianza che la professione teologica non aveva sopraffatto la vocazione letteraria dell’autore. Prosegue Benito Iezzi: “E’ stata abbandonata ogni crociana preoccupazione di individuare quanto vi sia di poetico o di non poetico nelle trentatré terzine convinti che l’intenzione del verseggiatore era buona. Il maturo Regio preferiva al cielo sopra di noi, che esclude la terra, quello innanzi a noi, che la coinvolge, sicché i santi gli sembravano non inerti, e nemmeno disinteressati, mediatori di grazie, anzi militanti campioni di virtuoso impegno ed appassionate rinunce.

Si riportano alcuni versi del Cantico.

Con riverenza, qual si deve, humile,

Confessor Santo, amico a Dio diletto,

Del sacro nome tuo orno il mio stile.

 

Innalza tu il basso mio intelletto

Co’l tuo sommo valor, che, d’hora in hora,

Via più diventerò chiaro e perfetto.

 

Mio l’utile sarà, di Dio la gloria,

A me letizia, a te lode darassi,

Con gloriosa et immortal memoria:

 

Chè se d’un peccator in cielo fassi

Gaudio infinito, che converso sia

A penitenza, e a Dio rivolga i passi,

 

Quanta via più ne l’alta Monarchia

Diletto apportarà un che, pe’merto

D’un servo dal gran Figlio di Maria,

 

Vinto habbia il suo nemico a capo aperto.

Dunque, Santo di Dio diletto e amico,

Fa che del tuo favor cinto e coperto,

 

Vittoria io porti del Serpente antico.

 

 

Gaetano Milone

leave a comment

Create Account



Log In Your Account