Un abusivismo di “necessità” realizzato nel lontano 2012, da Michelangelo Scannapieco, bloccato e immediatamente passato ai raggi X, dal solerte intervento dei tecnici comunali e dalle forze dell’ordine.
E poi, altri controlli, nelle ore più impensate del giorno, spesso di domenica, per scoprire eventuali violazioni di sigilli, mai avvenute. Poi, un’idea diabolica, portata avanti da una mente”vendicativa”: dimostrare la lottizzazione abusiva, non condonabile ma finalizzata alla acquisizione al patrimonio comunale.
Ce l’hanno messa tutta le quattro punte di diamante del foro torrese e napoletano, gli avvocati Francesco Cappiello, Gabriele De Maio, Giambattista Pane ed Alberto Vitale a scardinare l’impianto accusatorio messo su da “belve” assetate di denaro e regali vari, ed ottenere dal Giudice Monocratico dott. Enrico Contieri una sentenza che se da una parte viene superata dalla prescrizione, esclude il reato di “lottittazione”.
Una sentenza quindi “assolutoria” per Michelangelo Scannapieco che pone, però, inquetanti interrogativi sull’operato dell’Uffcio tecnico del comune di Sorrento e sul famoso mister 5000.
Sono in tanti, infatti, a chiedersi perchè “la cupola” del malaffare scoperchiata da Michelangelo Scannapieco è rimasta per anni impunita e quale sarà il destino giudiziario di grossi personaggi della Sorrento bene “pescati” con grossi abusivismi a casa loro, nei propri esercizi commerciali, nella proprie mastodontiche ville, nei propri alberghi protetti da tecnici conniventi.
Michelangelo ha saputo e potuto difendersi grazie alla possibilità di spesa. Così non è stato possibileper i meno abbienti, la povera gente, “costretta” spesso a demolire perchè non in grado di pagare tecnici in grado di cambiare le carte in tavola, e sono noti, con il favore del potente di turno.