Volano alto le aquile al comune di Sorrento. Con un’accorata e circostanziata lettera-denuncia, memore del “memento audere semper” di dannunziana memoria, Michelangelo Scannapieco, si rivolge al Procuratore Nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, per vedere riconosciute le sue accuse contro un funzionario, a suo dire, infedele.
Più che infedele, in tutte le “coreografiche” e coraggiose denuncie, portate avanti da tempi immemorabili, Scannapieco parla di un vero e proprio presunto “sistema estorsivo” messo su dal dirigente del Comune di Sorrento, soprattutto nel campo edilizio, per concedre autorizazzioni dietro pagamento di somme di denaro.
Accuse gravissime, se dimostrate, che metterbbero a rischio la stessa macchina comunale “orfana” in questi giorni di un ingegnere dimissionario e di un altro in via di trasferimento. Ma veniamo al contenuto della lettera:
llustrissimo Procuratore, –scrive Michelangelo Scannapieco –
il 18 dicembre scorso il Consiglio Comunale di Sorrento con una solenne cerimonia Le haconferito la cittadinanza onoraria.
Un giustissimo e meritatissimo riconoscimento che fa seguito a
quello analogo e altrettanto meritato che Le è stato concesso dal sindaco di Meta di Sorrento nel luglio 2021.
Nell’occasione l’avv. Coppola, sindaco di Sorrento, in modo ridondante di tronfia verbosità si è detto grandemente gratificato dal poterLe consegnare personalmente l’onorificenza condividendo i valori e i principi di legalità che ispirano la Sua attività professionale svolta con
massima abnegazione, a presidio e servizio della collettività.
Ha concluso, poi, la “prolusioncella” d’occasione affermando che: “il Suo operato costituisce esempio mirabile per ogni cittadino e, in
particolare, per ogni pubblico amministratore. Legalità, trasparenza, abnegazione e spirito di servizio sono i medesimi valori che ispirano il nostro lavoro quotidiano al servizio della collettività”.
Ahimè, si è trattato solo di frasi di circostanza. A mia memoria mai, nella recente storia della nostra comunità alla quale Lei è sinceramente legato anche per le Sue origini familiari, sono state fatte affermazioni alle quali si crede così poco, come quelle pronunciate dal primo cittadino.
I principi etici sopra evocati non ispirano affatto i quotidiani comportamenti dei nostri amministratori locali. In realtà l’occasione – che doveva essere solenne – si è trasformata in un’ennesima cinica “photo opportunity”.
Una delle tante che hanno punteggiato l’anno trascorso.
Manifestazioni organizzate dai nostri amministratori solo per fare “passerella” e per farsi gratuita pubblicità.
È di diffusa, comune conoscenza, infatti, che da tempo viene tollerata al comune di Sorrento una situazione di diffusa illegalità, di pratiche edilizie irregolari, di episodi ripetuti di richieste vessatorie a malcapitati cittadini. Uno stato delle cose da me più volte denunciato,
pubblicamente e alle Autorità competenti. Una squallida vicenda che vede coinvolti un paio dipendenti infedeli, temo tollerati o addirittura assecondati da taluni amministratori pubblici.
L’ultimo episodio verificatosi è addirittura clamoroso per l’assoluto disprezzo delle norme e ritengo anche del “comune senso del pudore” palesato. Il 31 dicembre 2020, un dirigente comunale dimissionario – poche ore prima di lasciare il suo incarico – ha adottato una determinazione con la quale ha prorogato di trenta giorni l’incarico di posizione organizzativa del settore “edilizia privata; antiabusivismo edilizio; condono edilizio; demanio marittimo; rischio idrogeologico”, al suo collaboratore – assoluto protagonista della squallida vicenda sopra accennata – nonostante questi fosse sospeso dal servizio in quanto gravato di sanzione disciplinare (la quarta comminatagli negli ultimi due anni).
E tutto ciò è avvenuto senza che nessuno degli amministratori o dei consiglieri comunali che, una decina di giorni prima, avevano approfittato
per mettersi in posa ,attorniandola per farsi immortalare in una foto storica con Lei, si siano minimamente sentiti in dovere di intervenire: “alla faccia della legalità, della trasparenza, dell’abnegazione e dello spirito di servizio che ispirano il loro lavoro quotidiano al servizio della collettività!”.
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Scusandomi con Lei per il mio accorato sfogo, voglio manifestarLe che ho sentito il dovere di segnalare l’accaduto nutrendo nei Suoi confronti sinceri e autentici sentimenti di profondissima stima e riconoscenza per la competenza, la dedizione e l’impegno che profonde nel Suo fondamentale lavoro.
Sicuro che adotterà tutte le iniziativa più opportune per scoraggiare tali intollerabili comportamenti offensivi del prestigio del delicatissimo ruolo che è chiamato a esercitare.
La ringrazio per l’attenzione e Le rinnovo i sentimenti di profonda stima e apprezzamento
Con Ossequio
Michelangelo Scannapieco
Sorrento, 7 gennaio 2022