Balzò alle cronache nazionali per la scoperta dell’Epigrafe Rupestre Osca a Punta Campanella, nel canalone d’accesso, via mare, ai piedi della zona dove sorgeva il famoso santuario di Athena. Da quel momento per Mario Russo, archeologo per passione, professionale culture di storia patria, si aprirono le porte del “Pizzo” la villa dell’ archeologa Paola Zancani dove Mario divenne di casa e potè accrescere le sue conoscenze con la consultazione della preziosissima biblioteca. Insigne studioso,era
un
Un profondo conoscitore delle emergenze storico-archeologiche della penisola sorrentina ed alla sua cultura del territorio attingevano tutti, studiosi, tecnici comunali, studenti della materia,
Nel 1990 l’Accademia Nazionale dei Lincei gli dedicò una pubblicazione curata appunto dall’archeologo Paola Zancani, unica nel suo genere per l’attendibilità delle notizie e dei rilievi effettuati a Punta della Campanella. Il sindaco di Massa Lubrense, Lorenzo Balducelli, Comune che gli aveva conferito in Consiglio comunale la cittadinanza onoraria ed era in attesa di festeggiarlo appena si fosse ripreso dal male che purtroppo lo ha portato alla morte, ne ricorda, commosso la figura di uomo e studioso. ” Una grave perdita per Massa Lubrense e la cultura – scrive il primo cittadino del comune lubrense. Dobbiamo tanto a Mario russo non solo per la scoperta dell’Iscrizione Osca di Punta Cmapanella ma per l’attento studio di molte emergenze archeologiche del nostro territorio. Un vero appassionato della memoria e della cultura che trasuda dalla nostra terra”. –
“La scomparsa di Mario Russo è un dolore immenso – scrive Laura Cuomo, collga di lavoro al Museo Correale di Sorrento. Mille le sfaccettature della sua personalità, un uomo intelligente, semplice, generoso. coltissimo. la sua presenza decennale al Museo Correale, offerta in maniera volontaria e solo per amore della cultura, era una sicurezza per me che lavoravo nella stanza attigua. quante volte mi sono affacciata alla sua stanza per chiedergli un consiglio, un libro, un chirimento sul territorio peninsulare di cui conosceva perfettamente la storia. quante volteho ascoltato le sue narrazioni legate ai ricordi dell’infanzia vissuta a Palazzo Cosenza. Non dimenticherò mai il suo sorriso, il sorriso con il quale ad ogni celebrazione dell’Ascensione mi offriva il sacchetto con i petali di rose e le erbe odorose, per rinnovare un’usanza cara a noi della penisola. Mi ha insegnato tanto, non dimenticherò. Addio, caro Prof. “.