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MASSA LUBRENSE: DOMENICA 29, FESTA DI SAN LIBERATORE, UN PELLEGRINAGGIO TRA FEDE E CULTURA RELIGIOSA - WEB GIORNALE INDIPENDENTE

MASSA LUBRENSE: DOMENICA 29, FESTA DI SAN LIBERATORE, UN PELLEGRINAGGIO TRA FEDE E CULTURA RELIGIOSA

MASSA LUBRENSE: DOMENICA 29, FESTA DI SAN LIBERATORE, UN PELLEGRINAGGIO TRA FEDE E CULTURA RELIGIOSA

MASSA LUBRENSE: DOMENICA 29, FESTA DI SAN LIBERATORE, UN PELLEGRINAGGIO TRA FEDE E CULTURA RELIGIOSA

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Don Francesco Saverio Casa, sacerdote massese benemerito ci guida e meglio ci riporta indietro nei secoli, ricordandoci la fede religiosa dei nostri avi, particolarmente devoti al Compatrono di Massa Lubrense, San Liberato.

Tradizioni religiose lontane dal nostro vivere quotidiano ma particolarmente vive in questo periodo di pandemia superabile, come in passato, anche attraverso l’intercessione dei Santi.

La festa del Compatrono di Massa Lubrense San Liberato.

Sei secoli di fede ininterrotta.
“Vuoi tu avere, garbato lettore, un’idea di questa festa popolare?
Metti l’ali al genio.
È inoltrata la sera, son presso a scoccar le 10 p.m. ed il pellegrinaggio da tramutarsi in baccano trovasi nel suo meglio. Giù dai profumati e pittoreschi colli Sorrentini scende gente innumerevole, a brigatelle, a compagnie, a turbe, altri a pie’, altri in carrozza.
Giù giù dalle spiagge partono a centinaia le barchette pavesate a festa.
Canti, grida, sparo di granatelle, brigatelle con chitarre e mandolini.
La collina posta all’estrema punta di Massa e che chiude il seno della sua marina formicola di gente.
Non è ancora mezzanotte mille lumi scintillano e man mano quel baccano decresce non per stanchezza dei festaioli, ma per virtù della religione, sentimento connaturale all’uomo, che lo frena e lo innalza, lo manoduce a più nobili sentimenti.
Allo strepito succede il silenzio e all’aprirsi della cappella la turba irrompe in essa e si inginocchia e piange e prega. Intesa la Messa si torna alle tende e si digiuna con pane fresco, prosciutto tenerissimo e fichi e frutta aromatiche. Indi si torna alle proprie case stanchi, assonnati, un’ immagine del santo ed una ciambella che si conserva per usarne in caso di malattia, resta quale ricordo della notturna popolar festa”.
Chi scrive è F. Bonaventura da Sorrento, di San Liberatore Martire, in Eco di San Francesco d’Assisi. Sant’Agnello 1876,
pp. 492,493 riportate nel libro di Angelo Grieco – il Canonico Teologo Don Angelo Grieco – edito da con-fine edizioni prima edizione agosto 2017 “San Liberatore e San Liberato. Due santi ed un solo culto a Massa Lubrense”. A cura di Antonino Fienga.
Il testo è stato stampato e pubblicato grazie alla volontà di Gino e Andrea Fienga, figli dell’Avv. Antonino di Meta di Sorrento, e con la disponibilità di Don Francesco Saverio Casa che ha aggiunto la sua mano per completare un’opera storica intrapresa da Don Angelo Grieco nel lontano 1941 appena ordinato sacerdote, raccolta e proseguita poi dall’Avv. Fienga e completata solo quattro anni orsono.
Il 14 luglio del 1990, un anno prima della morte, annotava Don Angelo:
“Dopo lunghi tentennamenti e ripensamenti è venuta fuori questa raccolta di notizie, forse modesta, ma certamente risultato di una sofferta tensione. “Parturiunt montes”, più d’uno dirà. Rispondo: chi può, faccia di più.
(dalla Premessa al testo)

Gaetano Milone

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