Tira in ballo questa volta, addiritttura Sua Eccelleza l’Arcivescovo Francesco Alfano nella sua quotidiana battaglia contro il malaffare in città, a suo dire rappresentato da un funzionario del Comune di Sorrento, confratello di una delle Arciconfraternite del Territorio.
E pensare che in un recente passato, rappresentanti della Curia sorrentina avevano espresso parere negativo (rasentando la diffamazione), sull’iscrizione ad una confraternita locale di un cittadino (con le carte a posto ma inviso a qualche improvvisato censore dei costumi), usando il classico “due pesi e due misure”.
Ma veniamo alla missiva, “Eccellenza carissima, scrive M.S., protagonista negli ultimi tempi di proteste eclatanti (striscioni contro il funzionario “fedigrafo” a ridosso dell’albero natalizio in piazza Tasso e davanti l’ingresso del Comune), Le sarà forse giunta eco della battaglia che sto combattendo ormai da anni, con notevole sacrificio personale e grande impegno, contro la corruzione e il malcostume che infestano l’amministrazione del nostro Comune per responsabilità di pochi ben individuati dipendenti comunali.
A causa loro decine di onesti e laboriosi cittadini sono stati costretti a subire vessazioni e a dover sottostare a intollerabili richieste economiche per evitare ritorsioni e l’immagine di una miriade di onesti impiegati e dirigenti del Comune è stata compromessa per colpa di pochi disonesti”.
Ed ancora ” Ho deciso di rivolgermi a Lei poiché uno di questi poco commendevoli soggetti non solo si permette di frequentare le cerimonie religiose atteggiandosi a “buon cristiano” ma si spinge persino ad indossare in processione la veste di una Confraternita” .” Il simbolo di una purezza che certamente non è quella del suo animo e non connota i suoi quotidiani comportamenti. Mi riferisco …..
“Ho deciso, dunque, conclude la missiva – di chiedere il Suo aiuto perché ritengo che una persona come lui non sia degna del rispetto dovuto a chi agisce con onestà e generosità nei confronti del suo prossimo secondo gli insegnamenti cristiani e Le chiedo, perciò, di volerlo bandire ed escludere dalle manifestazione religiose che dovrebbero a mio avviso essere riservate a fedeli certamente più meritevoli di lui”.
E conclude con un appello: ” Sono certo che vorrà accogliere il mio umile e rispettoso appello mettendo fine a questo scandalo e La ringrazio anticipatamente con grande devozione e affetto”. Una richiesta insolita, un riportare la chiesa nel caso di fondatezze delle accuse ai primordi incidendo soprattutto nel tessuto sociale dove sono tanti i casi, soprattutto nelle Confraternite di confratelli che vivono nell “peccato” secondo i canoni ecclesiastici.