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META - Addio all’albero di natale di piazza Vittorio Veneto a Meta Abbattuto nella notte l’abete rosso Il WWF: “un delitto premeditato da tempo” - WEB GIORNALE INDIPENDENTE

META – Addio all’albero di natale di piazza Vittorio Veneto a Meta Abbattuto nella notte l’abete rosso Il WWF: “un delitto premeditato da tempo”

META – Addio all’albero di natale di piazza Vittorio Veneto a Meta Abbattuto nella notte l’abete rosso Il WWF: “un delitto premeditato da tempo”

META – Addio all’albero di natale di piazza Vittorio Veneto a Meta Abbattuto nella notte l’abete rosso Il WWF: “un delitto premeditato da tempo”

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Addio all’albero di natale di piazza Vittorio Veneto a Meta , abbattutonella notte l’abete rosso

Il WWF: “un delitto premeditato da tempo”

Troppi alberi abbattuti in tutta Italia nel nome di una presunta pericolosità, troppe piante ancora massacrate da potature errate, troppe false convinzioni sugli alberi, troppi amministratori impreparati e troppi dendrofobi in giro … troppo … ” (Daniele Zanzi) .

Tutto inizia con la segnalazione scritta di un cittadino, protocollata al comune, che teme per “bambini e genitori in pericolo” a causa di un pino (?) che “ha raggiunto un inclinazione pericolosa” e allarma anche per un cedro i cui rami “stanno per entrare nell’abitazione”. E che fai se all’improvviso i rami di un cedro “ti entrano nell’abitazione” … chiami la polizia?

A chiamare il 113 è stato invece il WWF Terre del Tirreno allertato da alcuni residenti, svegliati nella notte dal rumore delle motoseghe e dei mezzi intenti ad eliminare il grosso abete rosso (Abies picea) che da decenni vegetava nella piazza Vittorio Veneto a Meta, offrendo ombra, aria pulita e refrigerio ai tanti che la frequentavano.

“E’ stata l’ennesima prova di forza di piccoli uomini contro Madre Natura… uomini grigi che si illudono di fare e disfare e di dominarla a piacimento seguendo le mode – commenta Claudio d’Esposito del WWF Terre del Tirreno – Su segnalazione di cittadini ho seguito di persona, con somma tristezza, le fasi dell’abbattimento al buio, di notte, dell’abete in piazza Vittorio Veneto. Ho potuto documentare come l’albero fosse in ottimo stato di salute, radicato in profondità e con le radici assolutamente bilanciate e sane, non come si temeva “lesionate o marce”. L’escavatore ha faticato non poco a rimuovere il tronco e la ceppaia! Da oltre mezzo secolo quell’albero impreziosiva e ossigenava la piazza frequentata da tanti cittadini. Ancora una volta si è trattato di uno scempio portato a compimento per discutibili motivi. E’ stato lo ripeto, a mio parere, un “delitto perfetto”, messo in scena per un mix di paura, ignoranza, intolleranza e mala fede, spinto da qualcuno e premeditato da almeno un decennio. Quell’abete rosso lo tenevamo d’occhio da dodici anni, da prima che, nel 2010, fu rifatta la piazza e già allora tentarono di eliminarlo.

La sua unica colpa: essere cresciuto inclinato a sud, di 15 gradi, a cercare la luce. Mi chiedo perchè mai gli agronomi “mandanti” di tali albericidi non presenziano mai alle condanne a morte dei loro pazienti? Sarebbe un’occasione per costoro di verificare se ci avevano “azzeccato” o meno con i loro “strumenti e le loro attestazioni” che decretano troppe volte l’abbattimento di alberi sani e forti?”

Speravamo sinceramente che il sindaco decidesse di allocare dei semplici tutori in pali di legno di sicurezza, come suggerito dal WWF che, con una perizia di un agronomo, a novembre scorso aveva rassicurato il primo cittadino che non c’era alcun timore che l’albero si stesse inclinando. Ciononostante l’amministrazione ha deciso di conferire un ulteriore incarico diretto ad un’agronoma per accertare la situazione di pericolo dell’albero e visto che, ad un primo esame, non emergevano elementi certi di pericolo è stata richiesta un’ennesima perizia di accertamento dalla stessa agronoma!

Quell’albero lo stavamo monitorando da sempre e avevamo già fornito al comune, su richiesta e a titolo gratuito, una relazione nel 2018 e poi ancora nel novembre 2020, che rassicurava sullo stato di salute della pianta!

Il WWF aveva anche documentato strani disseccamenti alla base dell’albero, individuabili nell’ingiallimento repentino e localizzato del prato, un effetto che di solito si manifesta quando si usano sostanze diserbanti (glifosato o altre sostanze chimiche). La qual cosa ha fatto da sempre dubitare a tentativi di sabotaggio provocati, si presume, da qualcuno che vive nei pressi e a cui quell’albero dava fastidio?

“Qualcuno si lamentava anche per la “resina prodotta dall’abete”. La verità è che quell’abete non perdeva alcuna resina. Si continua a confondere la melata appiccicaticcia prodotta dagli afidi con la resina. Gli afidi prolificano su diverse specie di alberi. L’aumento di tali parassiti è legato anche alle stagioni calde sempre più lunghe a causa dei cambiamenti climatici, il loro ciclo dura poche settimane e si possono tranquillamente combattere con trattamenti specifici.”

Il WWF ha richiesto alle ore 01.06 del 3 marzo 2021 l’intervento del 113. Sul posto è giunta una pattuglia dei carabinieri che ha identificato il direttore dei lavori.

Nella piazza sono stati eliminati anche gli alberelli di melograno e betulla sostituendoli con due esemplari di ficus a rapida crescita. Un analogo ficus ha sostituito il grosso abete rosso. Ironia della sorte il melograno, ora sostituito da un ficus, era stato piantato alcuni anni fa a sostituzione proprio di un ficus ritenuto “non autoctono”!

Centinaia i commenti sui social di persone che hanno manifestato sgomento, rabbia e indignazione quando, al risveglio, hanno trovato la piazza Vittorio Veneto senza il grande abete che l’incorniciava da sempre. La replica delle istituzioni non si è fatta attendere con le dichiarazioni del sindaco che ha giustificato il taglio con la necessità di “salvare vite umane”.

Il WWF intende andare a avanti in tutte le sedi per accertare la verità e porre un freno a tale sciacallaggio nel settore del verde pubblico che vede sempre più vittime arboree, sacrificate per un business che è tanto assurdo quanto nefasto e che si sta attuando in tutta Italia grazie, soprattutto, alle figure degli agronomi che hanno assunto un enorme potere discrezionale e non hanno alcuna responsabilità quando, come spesso accade, per sbaglio o per altro, decretano l’abbattimento di alberi sani.

Redazione

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