Federalberghi: subito aiuti concreti o il settore muore
«A fine 2020 le imprese turistiche della Campania registreranno un calo del fatturato di circa l’80% rispetto allo scorso anno: è una variazione spaventosa davanti alla quale il Governo nazionale non può rimanere ancora inerte»: così Costanzo Iaccarino commenta i dati Istat, secondo i quali gli alberghi e le altre strutture ricettive sono le attività in assoluto più colpite dalla crisi da Covid-19.
L’Istituto certifica, a livello nazionale, un calo del fatturato pari al 52% tra gennaio e settembre. Nell’ultimo trimestre dell’anno, però, il crollo è destinato a diventare ancora più evidente. «In Campania abbiamo registrato un calo delle presenze pari all’85% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – continua Iaccarino – Perciò è ragionevole prevedere che, di qui a dicembre, il fatturato delle aziende subirà un ulteriore calo. Dal Governo abbiamo ricevuto scarsa attenzione: i ristori promessi dall’Esecutivo sono poca cosa rispetto all’enorme diminuzione del fatturato. Di questo passo molti alberghi, al momento chiusi per mancanza di clienti e non sulla base di norme di legge, sono destinati a chiudere nel giro di pochi mesi, con conseguenze devastanti sotto il profilo occupazionale».
«I dati Istat – aggiunge Antonio Izzo, presidente di Federalberghi Napoli – non fanno altro che confermare la crisi del settore, che peraltro era già evidente. Anzi i dati in nostro possesso testimoniano perdite maggiori. Quello che il comparto chiede alle istituzioni, oltre al sostegno economico, è la tempestività degli interventi. L’esiguità delle risorse destinate al turismo e la lentezza dell’erogazione stanno creando problemi strutturali. Se una leggera ripresa ci potrà essere in primavera, bisognerà permettere alle strutture di essere pronte a ripartire, perché, in queste condizioni, molti alberghi potrebbero non riaprire. Le conseguenze sarebbero catastrofiche perché non parleremmo solo del fallimento di un imprenditore, ma anche della perdita di numerosi posti di lavoro».
Sulla questione interviene anche Rosita Matrone, presidente degli albergatori di Pompei: «Le istituzioni ci hanno abbandonato. Le strutture ricettive sono di fatto chiuse da febbraio e la breve parentesi di agosto e il bonus vacanze non bastano a risollevare le sorti di un anno nero per le nostre attività. Con la Campania ancora in zona rossa e il Parco archeologico chiuso, molti imprenditori turistici di Pompei rischiano di dover dichiarare il fallimento. Ecco perché il Governo deve intervenire garantendo alle aziende un sostegno finanziario serio e duraturo, non l’elemosina alla quale ci ha abituato».
Al coro delle sollecitazioni si aggiunge anche Ermando Mennella, presidente di Federalberghi Isole Minori: «Tutte le istituzioni, dal Governo nazionale ai Comuni passando per la Regione, devono mettere da parte le rivalità e adottare misure concrete di sostegno al settore alberghiero in termini di contributi di ristoro e non solo di credito d’imposta. Dopo il calo di fatturato certificato dall’Istat non si può più tergiversare».
Secondo Giuseppe Gagliano, presidente di Federalberghi Salerno, «è sbagliato quantificare i ristori destinati alle imprese turistiche sulla base del fatturato di aprile: il Governo dovrebbe considerare il calo degli introiti nell’arco dell’intero anno, garantendo aiuti ben più cospicui e rapidi. Altrimenti anche molte aziende del Salernitano, che quest’anno devono rinunciare agli introiti legati alle luci d’artista, non riusciranno a sopravvivere».