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SORRENTO: RECUPERATO NEL CIMITERO DI SORRENTO UN BARBAGIANNI FERITO DA CACCIATORI IRRESPONSABILI - WEB GIORNALE INDIPENDENTE

SORRENTO: RECUPERATO NEL CIMITERO DI SORRENTO UN BARBAGIANNI FERITO DA CACCIATORI IRRESPONSABILI

SORRENTO: RECUPERATO NEL CIMITERO DI SORRENTO UN BARBAGIANNI FERITO DA CACCIATORI IRRESPONSABILI

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SORRENTO: SPARATO UNO STUPENDO ESEMPLARE DI BARBAGIANNI

IL WWF: “LA CACCIA IN ITALIA E’ APERTA APPENA DA DOMENICA E SONO GIA’ TANTI I RAPACI E UCCELLI PROTETTI UCCISI O FERITI DAL PIOMBO DEI CACCIATORI” 

La stagione venatoria 2019-2020 è iniziata appena domenica scorsa ma, all’indomani dell’apertura della caccia, con il WWF abbiamo documentato ovunque, in Italia, il rinvenimento di numerosi rapaci e uccelli protetti uccisi o feriti dai pallini di piombo dei cacciatori! 

L’ultima vittima, uno stupendo esemplare di Barbagianni (Tito alba), è atterrato al cimitero di Sorrento. Tra rovine e tombe il barbagianni, formidabile predatore di topi e ratti che caccia nel buio della notte, era certo di casa!

L’animale è stato rinvenuto dal guardiano del cimitero, nella tarda mattinata di lunedì 21 settembre, ferito ad una zampa da pallini da caccia e prontamente recuperato dai volontari del WWF, allertati telefonicamente, che hanno messo in moto tutta la complessa macchina del coordinamento per ottenerne il trasporto tramite l’ASL veterinaria al CRAS il Frullone di Napoli.

Purtroppo l’esemplare, in uno stato di forte denutrizione a causa della ferita alla zampa sinistra che non gli consentiva la predazione e debilitato per la perdita di sangue, è deceduto dopo poche ore.

Ora spetterà all’Istituto Zooprofilattico di Portici eseguire tutti gli ulteriori accertamenti autoptici.

Sono tanti, troppi, i rapaci rinvenuti impallinati dai cittadini, a terra sanguinanti, trasportati presso il CRAS per le cure nella speranza di recuperali al volo e restituirli alla libertà – raccontano i volontari del WWF – E’ assurdo che in tanti, che imbracciano un fucile da caccia, continuino ad avere tanta insensibilità e nessun rispetto delle leggi che disciplinano l’attività venatoria. Il bracconaggio è un fenomeno difficile da estinguere e si alimenta anche del fatto che i “cacciatori”, quelli onesti e che si offendono se si dice che chi spara a una specie protetta o utilizza mezzi vietati è un cacciatore, ritenendo costoro appartenenti ad un’altra categoria, quella dei bracconieri, di fatto poi non fanno nulla per denunciare quest’ultimi! Fatta salva qualche rara eccezione. Definire chi imbraccia e utilizza un fucile da caccia appartenente alla categoria dei “cacciatori” è invece corretto e aiuta a far comprendere il fenomeno diffuso del non rispetto delle regole, da parte di tanti che vagabondano armati convinti di poter fare quello che vogliono nella certezza dell’impunità.

Ma non parliamo solo di uccelli protetti sparati, anche caccia con mezzi non consentiti, nei pressi di strade e abitazioni e senza le “carte” in regola. Sono decine e decine i verbali amministrativi e i reati accertati dalle guardie WWF in collaborazione con le Forze dell’Ordine in appena due giorni di “sparatoria”!

In penisola sorrentina già da settimane echeggiano di notte, a tutto volume, i soliti richiami elettroacustici per attirare le quaglie… messi dai soliti bracconieri… ai soliti orari… nei soliti posti!  Alcuni richiami sono nascosti in “bunker” con cavi interrati, difficili da individuare e da smantellare.

In penisola sorrentina – racconta il presidente del WWF Terre del Tirreno –  ormai siamo così abituati ai versi della quaglia nei periodi di migrazione di tale specie che invece di guardare il calendario porgiamo l’orecchio fuori al balcone di notte per capire in che stagione ci troviamo. La cosa che più rattrista, e lascia impotenti, è che in alcune località (sempre le stesse) ogni anno, tra agosto e settembre, c’è chi puntualmente e impunemente dà fuoco alla macchia mediterranea per poi piazzare, nella cenere ancora calda, i famigerati richiami.

E pur di “bracconare” in libertà se ne inventano di tutti i colori: l’utilizzo del telefono cellulare come richiamo acustico, oppure l’utilizzo di collari elettrici per cani, che invece del consueto Beep emettono richiami di quaglia vaganti, sono solo alcuni esempi della patetica inventiva dei bracconieri incalliti! Intanto nel Parco Regionale dei Monti Lattari, caso unico in Italia, si continua a sparare in virtù di una sentenza del Consiglio di Stato che diede ragione ai cacciatori, su una questione legata alla percentuale di territorio per la caccia a cui costoro avrebbero diritto e che la perimetrazione del parco invece non rispetterebbe.

Ciononostante un tenace drappello di guardie volontarie WWF resterà in azione per tutto l’autunno, in coordinamento con le Forze dell’Ordine, per intercettare e arrestare ogni attività di bracconaggio nel nostro territorio. Si invitano pertanto i cittadini a segnalare al WWF e alle Forze di Polizia, ogni infrazione e/o caso di caccia illegale di cui si dovesse venire a conoscenza.

 

 

Gaetano Milone

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