“Questo progetto non s’ha da fare”. Dopo la triste vicenda dell’housing sociale di Sant’Agnello, un’altra tegola è piovuta in testa (è proprio il caso di dirlo) ad un gruppo di cittadini sorrentini che in cooperativa, a proprie spese, stavano tentando di costruirsi una abitazione in una Sorrento dove l’edilizia abitativa per la maggior parte è costituita da seconde case e negli ultimi anni da civili abitazioni trasformate in b&b. E’ il caso della Cooperativa Edilizia Penisola Sorrentina che nel lontano 1992 acquistò un suolo di ben dodicimila metri quadrati in località Atigliana, per la costruzione di 48 appartamenti. “Case di edilizia popolare dignitose – scrive il presidente della cooperativa – usufruendo della legge pubblica a cura dell’Ente pubblico e da destinare agli iscritti alle cooperative sorrentine”. Il progetto viene approvato in base all’articolo 7 della legge 19/2010 dopo ben 10 anni ma piovono ricorsi da associazioni ambientaliste e dallo stesso proprietario di un fondo attiguo malgrado la posa della prima pietra a cura del sindaco di Sorrento, Giuseppe Cuomo. Il Tar dà ragione ai ricorrenti così come successivamente il Consiglio di Stato. “Purtroppo -commenta uno dei soci della Cooperativa, deluso ma non rassegnato -abbiamo perso il ricorso davanti al Consiglio di Stato. La nostra Cooperativa proprietaria di un terreno di ben 12mila metri quadrati, comprato circa 30 anni fa, non può costruire la casa per i propri soci con progetto approvato dalla Soprintendenza ed autorizzazione a costruire del Comune. Il mostro Giustizia a due teste e 4 occhi con disturbo di vista per diplopia ha conseguentemente sbagliato la mira ed ha colpito chi era lontano dalla speculazione edilizia”.