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MASSA LUBRENSE, 10 MAGGIO FESTA DEL PATRONO SAN CATALDO IN TEMPO DI COVID 19 - WEB GIORNALE INDIPENDENTE

MASSA LUBRENSE, 10 MAGGIO FESTA DEL PATRONO SAN CATALDO IN TEMPO DI COVID 19

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MASSA LUBRENSE, 10 MAGGIO FESTA DEL PATRONO SAN CATALDO IN TEMPO DI COVID 19

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In attesa dell’entrata in vigore del nuovo Protocollo, lunedì 18 maggio, che prevede gradualmente la ripresa delle celebrazioni con la presenza di fedeli, restano invariati i “divieti” ricordati dall’Arcivescovo Francesco Alfano ed in particolare:

A partire dal 6 maggio 2020 e fino a diversa indicazione di questa Curia Arcivescovile sull’intero territorio dell’Arcidiocesi di Sorrento – Castellammare di Stabia

• Restano sospese le feste patronali come già previsto dal succitato decreto
dell’Arcivescovo;
• Ogni attività liturgica in sostituzione alla tradizionale festa patronale ottenga, come già di norma, il Nulla Osta dell’Ordinario;
• Dove è consuetudine esporre l’immagine sacra si provveda a scegliere all’interno chiesa parrocchiale un luogo adatto e facilmente accessibile;
• Il Parroco o il Rettore della chiesa in accordo con la Pubblica Amministrazione, le forze dell’Ordine presenti sul territorio e con la collaborazione di volontari gestisca l’affluenza dei devoti in modo da evitare assembramenti all’interno della chiesa e sul sagrato e/o piazza ad essa antistante;
• È vietata ogni forma di corteo e/o processione;
• È vietata ogni espressione devozionale che preveda l’uscita dell’immagine sacra dalla
chiesa per essere esposta al pubblico.

Noi ricordiamo la festività di San Cataldo, Patrono delle  città di Taranto e Massa Lubrense, pubblicando un’introduzione al libro sul Santo pubblicato nel 2017 dal sacerdote don Saverio Francesco Casa e dedicato a Sua Eccellenza mons. Antonio Zama nel centenario della nascita ed allo storico massese Nino Coppola nel secondo anniverario della sua morte. Seguono Inni in onore di San Cataldo composti da don Francesco Saverio Casa.

 

INTRODUZIONE

Il 6 gennaio 1988, nella Solennità dell’Epifania, Mons. Antonio Zama Arcivescovo di Sorrento e Vescovo di Castellammare di Stabia, con la presentazione al libro su San Cataldo e il suo culto dato alla stampa il 5 maggio dello stesso anno a Massa Lubrense, scriveva: “Il lavoro paziente ed amoroso compiuto dal Comm. Nino Coppola, socio dell’Archeoclub di Massa Lubrense, per offrire ai suoi concittadini in una sintesi laboriosa le notizie relative alla vita del loro Patrono San Cataldo, merita il plauso di tutti. La missione di ciascuna chiesa particolare non può esaurirsi entro i limiti di spazio e di tempo, di cultura, di umanità e di strutture che le sono proprie: deve invece rendersi aperta a tutti e a tutto; sentirsi e farsi cattolica, cioè universale.” Nell’Anno del Signore in cui la Madre Chiesa ha elevato agli onori degli altari il Beato Giovanni XXIII ed il Beato Giovanni Paolo II a conclusione dell’Anno della Fede, questa nuova pubblicazione su San Cataldo lungi dal sovrapporsi alla monumentale opera storica dell’amico e maestro Nino Coppola, mio concittadino, non ha l’ardire di elevarsi come il novum contrapposto al veterus ma è finalizzata alla conoscenza integrale ed integrata di tre filoni che si ricongiungono nella figura del monaco, del pellegrino, del vescovo San Cataldo: quello storico, quello spirituale e quello didattico a partire da quel luogo individuato nell’ Insula doctorum, ovvero Insula sanctorum, l’Irlanda vera fucina di una schiera di santi nei secoli V-VI. L’epoca patristica ci ha mostrato quale stretta simbiosi si fosse stabilita tra cristianesimo e cultura classica; così per tutto il tempo che sopravvive qualcosa di questa cultura, la Chiesa continua ad avvalersene. Ma quando questa stessa tradizione si affievolisce pericolosamente fino a cessare, bisogna pure che la Chiesa reagisca facendo fronte alle molteplici deficienze e si incarichi lei stessa della formazione intellettuale la cui mancanza comprometterebbe tutta la vita cristiana.

Rev.do Sac. Francesco Saverio Casa

Massa Lubrense, 10 Maggio 2017 

 

Inni in onore di San Cataldo

versi del sac. Francesco Saverio Casa

 

Inno I

 

Signore pontefice eterno,

Pastore di tutti i pastori,

gioiosa la Chiesa di Massa,

innalza il suo canto di lode.

 

Di Pietro, a Cataldo tu desti

la cattedra un giorno in dono,

perché come luce brillasse,

di popoli guida e maestro.

 

Al gregge fu specchio di vita,

al misero luce e conforto;

un provvido padre per tutti,

di tutti un umile servo.

 

Gesù, che nel cielo coroni

di onore e di gioia i tuoi santi,

l’esempio di questo pastore

noi pure accompagni alla gloria.

 

Cantiamo al Padre Creatore,

a Cristo Gesù Redentore,

uniti allo Spirito Santo

per sempre nei secoli eterni.

Amen.

Inno II

 

Con gioia il tuo popolo canta

e loda il Santo Cataldo:

o Cristo, pontefice eterno,

sei fonte di amore e di gloria.

 

È dono di grazia, Signore,

guidare al tuo regno di luce

e pascere l’umile gregge,

offrendo parole di vita.

 

Lusinghe e minacce non turbano

la fede nel tuo vangelo;

è salda in te la speranza,

che attende il premio promesso.

 

In fretta trascorrono i giorni,

di dure fatiche e di pianto:

nel cielo, dimora beata,

si allietano, Padre, i tuoi servi.

 

Cantiamo a Dio Creatore,

cantiamo al Signore risorto,

cantiamo allo Spirito Santo:

nei secoli esulti la lode.

Amen.

 

Inno III

 

Un astro lucente presagio di vita,

l’Irlanda beata gloriosa di santi,

annuncia il giorno felice augusto:

Cataldo appare prodigio di Dio.

 

La fede più vera si mostri fedele,

la legge di Dio l’accolga sovrana,

il culto alla Madre tra santi beati,

l’affetto di figlio con zelo propaga.

 

La mente rischiari nel cuore la grazia,

nascosto ei fugge nell’ umile stanza,

campione invitto maestro e padre:

la cattedra è via, il regno si espande.

 

La fede difendi l’errore disperdi,

con Cristo procedi eterna sapienza,

al povero spezzi il pane del cielo,

mistero di Cristo, eterna alleanza.

 

Glorioso, insigne, a vita richiama:

il morto rivive, al sordo l’udito,

il verbo al muto, la luce al cieco;

i segni son questi del regno che viene.

 

Guarisce dal male, pazienza infonde,

pastore del gregge consola conduci;

ridona la vita a chi l’ha perduta,

nel carcere lega la morte tremenda.

La voce di Dio a Taranto invia,

l’ascolti obbediente con animo lieto,

l’amore di Cristo per terra e mare,

dai luoghi più santi in patria non torni.

 

Dal cielo rimira le anime nostre,

alfine introdotti nei pascoli eterni,

nel corso veloce del tempo vissuto,

di meriti pieno la lode s’innalzi.

 

Al Padre e al Figlio eguale la gloria,

di Spirito Santo rinasca la Chiesa,

ascenda l’osanna di angeli e santi,

adesso e sempre nei secoli eterni.

Amen.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

…………………pag 96

Gaetano Milone

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