Attraverso le numerose corrispondenze da ogni angolo del mondo
di Michele Tito, tra i più autorevoli giornalisti della seconda metà
del Novecento, Raffaele Bussi ricostruisce la storia del secolo appena
trascorso. Dalla triste realtà della Napoli del dopoguerra,
attraverso l’esperienza coloniale francese in terra algerina, dalla
Cina prima e dopo la Rivoluzione culturale all’Unione Sovietica del
dopo Stalin fino all’avvento di Gorbaciov, dalla riappacificazione
tra Cina e Giappone dopo decenni di una lunga guerra, passando
per gli anni bui dell’Italia con il brigatismo ed il sequestro Moro, al
dissenso dei paesi satelliti nei confronti dell’URSS fino all’attacco
delle Torri Gemelle, attraverso un lacerto narrativo di prima
mano, l’Autore riannoda i fili di una Storia che ha visto l’Europa
soccombere e disgregarsi sotto la spinta di eventi che ne hanno
corroso lo spirito innovativo alle soglie del Terzo Millennio. Uno
scenario che trasuda timori ed incertezze sul prosieguo del
cammino del Vecchio Continente, relegato ad un ruolo subalterno
nei confronti del potere globale.
Un viaggio a ritroso dell’Autore che induce a riflettere sulle cause
dell’attuale disagio europeo, un continente che piuttosto che
procedere a file serrate, avanza sul terreno di interessi singoli,
egoistici e particolari. Una lettura che invita a soffermarsi sul
perché dell’intricata matassa della storia contemporanea.
In un fitto alternarsi di vicende e personaggi, Bussi fa rivivere,
attraverso una narrazione limpida e intrigante, le pagine più
angoscianti della storia del Novecento, un secolo di rischi e fervori
che recupera con i colori della verità e l’accento giudicante e
umanamente accorato. Il ruolo di testimone del tempo
dell’Autore si identifica con le ragioni del proprio narrare.