QUEL GIORNO D’AUTUNNO CHE LA LEGA SCESE A SORRENTO
La piazza era gremita all’inverosimile, bandiere biancoverdi del Regno Padano delle due Sicilie sventolavano festose.
C’erano un po’ tutti, dal sindaco Duomo, ai fedelissimi, dai cento eredi in pectore, fino agli assessori da bar.
Nella tribuna d’onore, allestita all’occorrenza, stazionavano eleganti e placidi numerosi Rais d’albergo, qualche fasciovendola, i soliti voltagabbana e financo la troupe monopersona di Praianonews.
Il Cazzaro Verde, in alta uniforme della Polizia di Postalmarket, bevve un sorso di mojito e salí sul palco “Sorrento ti amo…” esordí fintogaudente “annetteremo i Monti Lattari alle Alpi Giulie!”
La piazza esplose di gioia orgasmica.
Il Cazzaro sorrise soddisfatto, fece una foto alla folla (hashtag #terroniviamo) e la pubblicó su Instagram.
Poi con tono enfatico riprese “è ora di dire basta alle invasioni negre e musulmane: basta a sta paccottiglia megrebina! Basta a sti soliti cazzo di Mori! Vi prometto che, se mi voterete, riattiveró le Torri di guardia in costiera!”
Ululati di gioia saturarono l’aria. Anche l’UltramegaAlbero natalizio, più verde del solito, sussultó gaudente.
Duomo applaudì composto, quasi interdetto, perlopiù letargico-rasserenato in cuor suo dal Legalibello di Poltrone&Sofà.
Il Cazzaro riprese “voi siete la terra delle Sirene, e sapete quanto io ami la polizia, i loro mezzi e il dolce suono delle Sirene spiegate… Ma vi siete mai chiesti perché in questi lidi meravigliosi Ulisse non volle fermarsi? Perché Ulisse era un Negro!”
Scrosci d’applausi, tripudio di bandiere.
Il Cazzaro, soddisfatto, bevve un altro sorso di mojito e ricominció “è ora di dire bas…”
Si interruppe attonito.
Un limone era sibilato a pochi centimetri dal suo viso barbuto, per poi schiantarsi nel retro palco
Da un balcone, nell’angolo lontano di piazza, una voce tagliò l’aria “parlaci di Cucchi, dei 49 milioni, della Padania Is not Italy…”
Gelo tra la folla.
Duomo cominciò a sudare freddo.
Qualche Rais borbottó indispettito.
Praianonews avviò la quindicesima diretta consecutiva.
Il Cazzaro fissò l’enorme folla d’un tratto silenziosa. Fece un profondo respiro e ululò
“Giro di Mojito per tuttiiiiii!!!”
Dal Sauno partí musica Disco a palla, un mash-up terrificante di “Funiculí Funicula” e “O mia bela Madunina”. Sul palco si catapultarono 30 cubiste in topless.
Il popolo, nel giro di attimi, tornò in estasi.
Il Cazzaro indossò l’alta uniforme da Tarantella ed accennò due passi goffardi.
La piazza esplose definitivamente.
Apoteosi.
Li aveva di nuovo in pugno.
Altre foto, altri post, ancora Twitter, ancora Instagram.
Tutti corsero a stringergli la mano, qualcuno a baciargli i piedi. In quattro minuti battezzò 16 neonati, celebrò 7 matrimoni, diede due estreme unzioni ed eseguí financo un esorcismo.
Poi scese dal palco fendendo la folla osannante ed entrò nella limousine verde padania .
L’auto partí.
Nella calma placida dell’abitacolo si tolse il vestito da Tarantella, indossò la felpa con Alberto da Giussano e si aprí una Peroni grande ghiacciata.
Ne bevve un sorso, sospirò. Sorrise.
Un ultimo pensiero gli sfiorò la mente prima di lasciarsi andare ad un sonnellino ristoratore: “ecco perché terroni fa rima con coglioni!”
—
Inviato da Libero Mail per Android