Giovanni Supino, sorrentino doc,indimenticato “benefattore” dei meno abbienti insieme alla moglie Anna Tramontano – la merce nella salumeria di proprietà veniva saldata quando possibile da chi era in ristrettezze economiche – viveva la sua “primavera” particolare, alimentata da una profonda fede religiosa, nel periodo pasquale, quando, organizzava le bande musicali che dovevano accompagnare le due più importanti processioni degli Incappucciati, – quella” Bianca” dell’Arciconfraternita di Santa Monica e la “Nera” dei Servi di Maria, oltre ai “giri” per la città ed il concerto della domenica di Pasqua. “La “banda” preferita – ci racconta con dovizia di particolari il figlio Antonino che con la fidanzata Adelina, la sorella Cristina, i nipoti Salvatore e Giovanni ed i pronipoti Giuseppe e Roberto ne conservano la memoria, – era “La Città di Sturno” ed il suo interlocutore il Maestro Oreste Anzalone”. “Mio padre Giovanni ricorda Antonino – da perfetto maestro dell’ospitalità si accupava di trovare locali idonei per il riposo dei musicisti che già nella notte tra giovedì Santo e Venerdì”accompagnavano l’ “uscita” della processione “Bianca” dell’Arciconfraternita di Santa Monica e successivamente il Venerdì sera la “Nera” dellaVenerabile Arciconfraternita dei Servi di Maria”. Ne condividevono l’iniziativa ed a tutti loro sono grato,i priori Napoli, Gaetano Mascolo, Antonino Persico per la Confraternita dei Servi di Maria e, Luigi Ercolano, Antonino Cuomo, per l’Arciconfraternita di Santa Monica oggi rispettivamente avvicendati da Diodato Morvillo e Massimo Fiorentino e Salvatore Russo. Un’imponente presenza – Giovanni “pretendeva” che tra gli strumenti usati dai musicisti fossere sempre presenti quattro “bassi americani”, che faceva da degna cornice a quella tradizione dei riti della Settimana Santa particolarmente sentiti in penisola sorrentina ed era sempre lui a portare un fascio di fiori al maestro al termine del concerto della domenica in piazza Tasso e a distribuire una colomba pasquale a tutti i “musicanti” . Particolari di vita vissuta in modo semplice da un uomo che impegnato politicamente – era interlocutore unico e privilegiato di Silvio ed Antonio Gava – pensava sempre alla sua Sorrento aiutando soprattutto gli imprenditori turistici facendo riversare fiumi di contributi pubblici nella sua città. E’ morto “povero” non ha mai abusato delle sue innate capacità politiche riconosciute in tutta la Campania (ha svolto ruoli di primo piano nella locale sezione della Democrazia Cristiana, nell’Amministrazione Provinciale di Napoli, fra i commercianti. Ad un imprenditore che gli chiedeva negli anni sessanta come poteva sdebitarsi di un grosso “favore” ricevuto disse: regalate un televisore agli anziani della casa di riposo di Sant’Antonio. Il giorno dopo i vecchietti di Sorrento facevano a gara per vedere quello “strumento” ai più sconosciuto.
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