Spettacolo: Teatro Bellini, fino al 3 Febbraio. “LA SCORTECATA ” di Emma Dante. Uno dei racconti de “LO CUNTO de li CUNTI “, di Basile.
Buio in sala, buio sul palcoscenico, prolungato, voluto dalla Dante che, poi ci consegna una scena minimalista: 2 sedie , un castello di plastica azzurro, una parrucca rossa, una porta, un bel vestito. Sulle sedie siedono, gli straordinari: Salvatore D’ Onofrio e Carmine Maringola. Due uomini che devono interpretare la ” femminilità”, perché l’ età cancella le polarità sessuali. Con poche caratterizzazioni posturali, gli artisti impersonano: Sorelle, Re e Fata. Bello il disegno delle luci di Cristian Zucaro. Le vecchie protagoniste : Rusinella e Carolina, non vogliono rinunciare all’ amore. Si succhiano il ” dito” per lisciarlo ed ingannare il Re, combinando con l’ ignaro, un appuntamento d’ amore, al buio. Lo spettatore viene conquistato e, dalla bella commistione linguistica, operata dalla Dante, tra il napoletano seicentesco di Basile ed elementi di lessico contemporaneo e, dalla perfetta scelta musicale di taglio “partenopeo” con Petra Montecorvino, Massimo Ranieri, Pino Daniele ecc. Momenti d’ ilarità, di riflessioni, di tristezza si alternano e nel finale la ” Pietas “, prende il sopravvento nel pubblico, quando, una delle sorelle, chiede all’ altra di scorticarla con un coltello, per cancellare la bruttezza della pelle morta.
L’ opera, intensa, ha una chiave di lettura che si palesa, al di sotto, della superficie” leggibile”. Come nella fiaba, vi è un significato più profondo e doloroso, alla stregua dei fenomeni stessi della vita umana.
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