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LA CHIESETTA DELLA MADONNA DEL LORETO A MASSA LUBRENSE: CRONACA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO - WEB GIORNALE INDIPENDENTE

LA CHIESETTA DELLA MADONNA DEL LORETO A MASSA LUBRENSE: CRONACA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO

LA CHIESETTA DELLA MADONNA DEL LORETO A MASSA LUBRENSE: CRONACA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO

LA CHIESETTA DELLA MADONNA DEL LORETO A MASSA LUBRENSE: CRONACA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO

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“Stile sobrio ed essenziale nella facciata, posta in località Metrano lungo la vecchia pedonale delle Tore, che da Termini conduce a Santa Maria della Neve, la cappella di Santa Maria del Loreto all’interno è molto rovinata dall’umidità”: così scriveva nel lontano 1983 il compianto Peppe Esposito, nel suo pregevole “Le Cappelle Laicali di Massa Lubrense”. Cosa è cambiato rispetto a 35 anni fa? Molto: le cose sono persino peggiorate. L’umidità ha ulteriormente rovinato l’edificio, ma il colpevole silenzio dei massesi ha fatto il resto:  negli ultimi anni ha pian piano coperto con un velo di indifferenza l’antica cappella, abbandonandola al proprio destino. Nel dicembre 2015 ignoti malfattori hanno razziato in due raid il magnifico pavimento in “riggiole” dipinte,che Peppe Esposito definiva “eccezionali”, per nulla usurate dal calpestio: proprio quando l’amministrazione comunale aveva deciso di intervenire per tutelare il suo bene e non farlo finire come la cappella di San Sossio, che giace semidiruta, prossima al collasso. E ora? Da dicembre 2015 tutto tace, tutto è fermo, o quasi. Il maltempo e le piogge stanno facendo il loro dovere: stanno distruggendo ciò che l’uomo ha abbandonato colpevolmente. La cappella di Metrano era affollata per il rosario e per la messa vespertina, ma anche come luogo d’incontro estivo: purtroppo solo un ricordo. Se qualcuno entrasse ora al suo interno dovrebbe calpestare con i piedi l’indifferenza e l’ottusità dello Stato, affondando le calzature nel mesto terreno rimasto dopo il sacrilego furto del pavimento. Non solo, ma rischierebbe persino di assistere alla completa distruzione del prezioso affresco della Vergine oppure al crollo della piccola sagrestia, ormai quasi del tutto inagibile.  Non possiamo che condividere le parole scritte nel gennaio 2018 dall’antropologo Giovanni Gugg, in occasione del tentato furto di “riggiole” a Mitigliano (Agorà on-line): “Cosa è successo a Massa Lubrense? Cosa ci è successo? Come è possibile che ci si esalti per una recente serie di trasmissioni televisive dedicate alla bellezza e alla ricchezza del nostro paesaggio e poi lasciare che questo stesso territorio sia così trascurato, sperperato, consumato, ignorato? Dov’è finito lo spirito di vent’anni fa, quando si realizzava una rete sentieristica straordinaria, il cui grande merito era il far riscoprire i luoghi e il ritessere un legame tra natura, cultura, società, memoria, identità? Quante volte abbiamo scritto e parlato della necessità di una razionalizzazione del patrimonio locale, magari attraverso una rete museale a cielo aperto o realizzando un percorso ecomuseale tematico da diffondere presso le scuole del comprensorio e le fiere internazionali di turismo ecoconsapevole, magari così da dare qualche chance di lavoro a tanti laureati in beni culturali?”. Domande e interrogativi condivisibili quelli di Giovanni, applicabili anche a Metrano e alla sua “spogliata” cappella di Santa Maria del Loreto, soprattutto quando scrive che “Nelle carenze amministrative, i vandali trionfano coi loro lucri di rapina; nell’insufficienza delle iniziative, i vandali erodono il patrimonio comunitario; nel vuoto delle idee, i vandali desertificano la nostra stessa vita”. Ma le carenze amministrative, caro Giovanni, spesso le alimentiamo noi stessi, che vagheggiamo una gestione pubblica “utopica”, perfetta e ideale. Dovremmo pensare anche ai privati, e non demonizzare le alienazioni vincolate e protette: solo con il sostegno dei benefattori e degli illuminati (che esistono eccome!) potremmo salvare ciò che resta del nostro patrimonio culturale diffuso. La presunta “salvezza”  di San Sossio dall’alienazione ai privati ha condotto la cappellina quasi al crollo: diciamocelo, tutti gridarono allo scandalo, nonostante il privato interessato ad acquistare avesse manifestato le migliori intenzioni, accettando vincoli e imposizioni. Il risultato di quella “levata di scudi”? E’ sotto gli occhi di tutti: San Sossio sta per crollare del tutto cancellando una storia antichissima di fede e arte e tutti tacciono. La prossima vittima sarà Santa Maria del Loreto? Speriamo che non accada e che le signore di Metrano possano la prossima estate recitare il Rosario al cospetto della venerata Madonna di Loreto.

Gennaro Galano

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