PIANO DI SORRENTO/SANT’AGNELLO – L’ESITO DELLA PERIZIA WWF: NON C’E’ NESSUN IMMINENTE PERICOLO … BISOGNA PRENDERSI CURA DI QUELL’ALBERO… IL PERICOLO SAREBBE TAGLIARLO!
Il WWF Terre del Tirreno ha consegnato nella giornata di ieri la perizia commissionata agli esperti per verificare le condizioni di salute di un Pinus pinea che vegeta, da circa 80 anni, in una proprietà privata nella Piazza Mercato nel Comune di Sant’Agnello.
Mentre proprio in questi giorni si tiene a Mantova la prima edizione del Forum Mondiale sulle Foreste Urbane, dove oltre 400 esperti da più di 50 Paesi di tutto il mondo si sono riuniti per discutere un nuovo modello di sviluppo del verde pubblico negli spazi urbani, a Sant’Agnello da diversi giorni sta tenendo bando, invece, una animosa discussione sulla necessità o meno di eliminare un grosso pino, che da quasi un secolo incornicia e caratterizza una vasta piazza del paese realizzata, nei decenni passati, colmando un antico vallone di scorrimento della acque.
L’allarme (che si è dimostrato infondato!) era stato dato dalla società (Cavide s.r.l.) proprietaria del sito dove vegeta la pianta che, a nome del presidente del Consiglio di Amministrazione Rag. Castellano, il 9 novembre comunicava al comune il pericolo imminente rappresentato dall’albero segnalando come si fosse “ulteriormente inclinato” e ne chiedeva il taglio a raso, facendo riferimento ad una perizia datata 2014, a firma del dott. Agr. Giuseppe Coppola, dove il tecnico pur accertando le buone condizioni dell’albero ne sottolineava il “rischio” rappresentato dalla sua posizione ovvero “inclinato sulla strada”.
“Ormai si conoscono i molteplici vantaggi degli alberi in città – dichiara Claudio d’Esposito Presidente del WWF Terre del Tirreno – da quello ambientale in primis, come rimozione dall’aria di inquinanti nocivi, riduzione dell’inquinamento acustico, miglioramento delle temperature, aumento della biodiversità, a quelli socioculturali e salutistici, eppure non si comprende perché si sia creato tanto allarmismo per un albero che, negli ultimi quattro anni in cui è sotto stretta osservazione, non si è mosso di un solo centimetro? Nella nota inviata dai privati si fa esplicito riferimento ai recenti eventi metereologici che hanno interessato il territorio nazionale che avrebbero indotto, come conseguenza logica (?), a chiedere l’autorizzazione al taglio dell’albero per scongiurare ogni rischio eventuale. In sintesi: “ho paura di un albero e lo taglio a raso?”. Francamente ci sembra un ragionamento assurdo e una semplificazione mentale che rischia di costituire un grave precedente. Ecco perché il WWF, anche sulla base di una convenzione stipulata con la pubblica amministrazione, si è reso disponibile a fornire il proprio supporto per periziare la pianta con esperti del ramo.”
Dopo il sopralluogo effettuato con personale qualificato, grazie all’utilizzo di un cestello elevatore che ha permesso indagini strumentali in quota, effettuate con l’ausilio del resistografo per misurare la densità del tessuto legnoso, il Dr. Agr. Giuseppe Esposito, incaricato dal WWF, ha potuto redigere la sua perizia concludendo che: “non sono emerse situazioni di grave pericolo imminente e/o di evidenti segnali di cedimento strutturali della branca che si protende verso la pubblica via da far ipotizzare un imminente grave rischio per la pubblica e privata incolumità” e ha prescritto ulteriori indagini, la manutenzione al cavo installato anni fa e, per ulteriore sicurezza, l’aggiunta di altri due cavi dinamici. Le condizione del grosso esemplare di pino sono migliorate a seguito degli interventi del 2014, quando fu eliminata una branca, effettuata una potatura di bilanciamento e allocato un cavo di monitoraggio e sicurezza. Non è affatto vero che il pino si sia “ulteriormente inclinato”, come erroneamente segnalato dai proprietari: lo si deduce osservando il cavo in flessione e confrontando le foto scattate negli anni! Infine è importante sottolineare l’importanza dell’albero a mitigazione del rischio idrogeologico e i problemi che verrebbero a presentarsi nel caso di abbattimento della pianta, per la modifica dell’equilibrio instauratosi negli anni tra l’apparato radicale e il suolo a margine del vallone.
Il possente apparato radicale di tali piante, infatti, oltre ad ancorare il terreno agisce come una “pompa idrovora” riuscendo ad assorbire ogni giorno diversi quintali di acqua che vengono riportati in atmosfera con la traspirazione.
“Quello che dispiace è constatare ancora una volta tanto accanimento per abbattere gli alberi – aggiunge Claudio d’Esposito – Se riflettiamo sul fatto che il numero delle persone che vivono in città è destinato a crescere (entro il 2050 sei miliardi di persone, il 70% della popolazione globale, abiteranno nelle città del mondo!) forse comprendiamo che pensare a strategie per rendere le città più verdi e più salutari è l’unica strada per rendere più felici i loro abitanti. Le città sono responsabili della produzione di gran parte della CO2 presente in atmosfera e, quindi, di quegli stessi “gravi cambiamenti climatici” che oggi si tirano in ballo come giustificazione per abbattere gli alberi. Non tutti però sanno che le foreste e i boschi assorbono circa il 40% della CO2 globale, quindi portare le foreste nelle città significa combattere il nemico sul suo principale campo di battaglia. La forestazione urbana è oggi uno degli strumenti più efficaci per ridurre gli effetti catastrofici del cambiamento climatico e progettare un futuro migliore per le generazioni che abiteranno la Terra nei prossimi decenni.”