ISCHIA – una questione spinosa ed un fronte aperto all’interno della maggioranza di governo nazionale. Gli aggiustamenti all’interno del decreto legge su Genova riguardanti l’isola escludono qualsiasi tipo di condono. «Non sarà una ricostruzione selvaggia. Ci saranno tutte le attenzioni del caso legate agli enti competenti e nella fase di conversione questo si sta portando avanti. Si tratta solo di velocizzare le pratiche per le case cadute per il terremoto e soprattutto non riguarda tutta Ischia, tutte le case dell’isola ma solo tré comuni per le case colpite dal terremoto» cerca di rassicurare il vicepremier Luigi Di Maio che esclude che le nonne del decreto consentiranno la ricostruzione di case che erano abusive o irregolari a Ischia. E il ministro Sergio Costa sembra aver superato tutte le perplessità dopo l’intervento del Parlamento: «L’articolo 25 dice una cosa molto semplice, ovvero che i cittadini di Ischia hanno diritto ad avere una risposta rispetto a una domanda di condono edilizio, presentata in alcuni casi 30 anni fa. Il Parlamento ha previsto che, per le domande di condono presentate nel 2003, le pratiche debbano passare anche per un esame delle Sovrintendenze, responsabili del vincolo paesaggistico, e delle Città metropolitane, per il vincolo idrogeologico continua Costa – Ciò permetterà ai cittadini di Ischia terremotati da più di un anno di accedere in tempi brevi alla risposta dello Stato, non a un condono, ma solo a un doveroso esame delle domande di condono, che potranno essere accolte, ma anche respinte». Ma le opposizioni non ci stanno. E il Pd picchia duro.«Con il condono edilizio per Ischia nel Salva-Genova, il collegio elettorale di Di Maio diventa la zona franca dell’abusivismo in Italia» scrive su Twitter il senatore Davide Faraone. E dalla Campania interviene, nel consueto appuntamento settimanale in Tv, il governatore Vincenzo De Luca: «A Ischia si consente di ricostruire appartamenti abusivi senza tenere conto di nessun vincolo sismico e idrogeologico, senza distinguere se si tratta di un abuso marginale o totale, come se niente fosse. Le Cinque stelle dicono “onesta onestà”. Ma quale onestà. Siamo di fronte all’irresponsabilità totale».