I boschi del monte Faito trasformati in una enorme discarica di detriti.
E’ il WWF Terre del Tirreno ad alzare la voce: “Sono passati quasi sette mesi – dichiara Claudio d’Esposito Presidente del WWF Terre del Tirreno – e quel deposito provvisorio di pietrisco è divenuto una vera discarica di rifiuti!!!”
Il WWF si rivolge direttamente alla Procura della Repubblica ed al Ministro dell’Ambiente chiamando in causa l’Ente Parco Regionale dei Monti Lattari e sollecitando le Forze dell’Ordine ad accertare fatti e responsabilità.
Il gigantesco deposito di detriti franosi è visibile ormai da mesi in un’area del bosco del monte Faito in via della Fattoria, nel Comune di Vico Equense. Si tratta di enormi cumuli di materiali pietrosi, recuperati e trasportati sul sito dopo le frane causate dagli incendi e dalle successive precipitazioni ed a seguito delle operazioni di sgombero della strada per il Faito sul versante di Vico Equense.
Dopo i devastanti incendi della scorsa estate il cumulo di detriti si era riversato sulla strada il 6 novembre 2017 a causa delle forti piogge che provocarono movimenti franosi lungo tutto il percorso che da Vico Equense conduce al Monte Faito. Successivamente, il 6 febbraio 2018, le piogge provocarono ulteriori smottamenti sulla stessa carreggiata, trascinando detriti misti a terra e fango e peggiorando la situazione. A seguito delle proteste da parte degli abitanti del Faito il 20 aprile 2018 l’amministrazione comunale decise di sgomberare la strada dai detriti che l’avevano bloccata!
Il materiale di scavo risultante dallo sgombero della ex Statale 269 fu depositato “temporaneamente” (?) sul Monte Faito lungo la via della fattoria, all’altezza del parco giochi.
Tuttavia il materiale di scavo, che giace al suolo ormai da mesi, appare contenere oltre a terreno e pietre anche altri rifiuti e materiale di risulta di vario genere, tra cui alcuni manufatti in cemento-amianto (eternit).
“E’ probabile che ignoti stiano utilizzando indisturbati il sito per continuare a scaricare rifiuti vari – aggiunge Claudio d’Esposito – Il WWF nel suo dettagliato esposto ha allegato diverse foto per attestare come in quegli accumuli di pietrisco, mattonelle, ferrame, materiali edili, calcinacci e tanto altro, si trovino accatastati anche rifiuti pericolosi, sia per l’ambiente che per la pubblica e privata incolumità”.
Considerato la portata altamente tossica del materiale in amianto a causa delle fibre e della polvere di asbesto estremamente pericolose per la salute umana e il rischio che i manufatti in amianto possano, con la loro progressiva disgregazione, proprio per l’esposizione agli agenti atmosferici e il contatto diretto col suolo, andare a contaminare l’ambiente circostante, il WWF ha chiesto un immediato intervento atto ad accertare ogni responsabilità ed ottenere l’immediata bonifica del sito.